Scandalo protesi, revocati gli arresti a Manzini e Valadè

Il Tribunale di Monza ha accolto la richiesta di revoca della misura cautelare ai domiciliari dei chirurghi ortopedici coinvolti nella maxinchiesta sulla corruzione per l'utilizzo delle protesi Ceraver

Claudio Manzini

Claudio Manzini

MONZA, 11 GEN - Il Tribunale di Monza ha accolto la richiesta di revoca della misura cautelare ai domiciliari di Claudio Manzini, chirurgo ortopedico monzese finito al centro di una maxi inchiesta della Procura di Monza su presunte tangenti connesse all'utilizzo di protesi ortopediche 'Ceraver' in Lombardia.

La conferma arriva dal suo avvocato Lucilla Tassi, difensore del chirurgo insieme al collega Claudio Schiaffino, la quale ha precisato che «gli Istituti Clinici Zucchi hanno già presentato una disponibilità per la ripresa dell'attività di Manzini in forma privatistica».

L'inchiesta, coordinata dal Pm Manuela Massenz e per la quale insieme a Manzini erano stati arrestati anche i chirurghi Fabio Bestetti e Marco Valadè del Policlinico di Monza, nonché il responsabile commerciale e il promoter per la Lombardia dell'azienda di protesi Denis Panico e Marco Camnasio, sarebbe in procinto di essere chiusa.

Anche il chirurgo ortopedico Marco Valadè è tornato in libertà. Il medico imputato di concorso in associazione a delinquere e corruzione nell'ambito dell'inchiesta della Procura di Monza su presunte tangenti per la scelta delle protesi Ceraver da impiantare ai pazienti, ha chiesto ed ottenuto dal gip monzese la revoca degli arresti domiciliari dopo la chiusura delle indagini da parte della pm Manuela Massenz. Per lui, come per il chirurgo della clinica Zucchi Claudio Manzini, sono state ritenute cessate le esigenze di custodia cautelare.