Si diede fuoco per protesta contro le barriere antirumore, barista a giudizio per lesioni

La richiesta di rinvio a giudizio è stata firmata dal pm monzese Giulia Rizzo, l’accusa è lesioni personali volontarie e resistenza a pubblico ufficiale nei confronti di Carlo De Gaetano, monzese di 52 anni, il titolare del bar in viale Lombardia che nel febbraio scorso appiccò un incendio nel quale rimesero feriti due poliziotti di Stefania Totaro

Il barista si diede fuoco per protesta (Radaelli)

Il barista si diede fuoco per protesta (Radaelli)

Monza, 13 novembre 2014 - La Procura di Monza chiede il rinvio a giudizio dell’ex barista per l’incendio in viale Lombardia. La richiesta di rinvio a giudizio è stata firmata dal pm monzese Giulia Rizzo, che vuole il processo con l’accusa di lesioni personali volontarie e resistenza a pubblico ufficiale nei confronti di Carlo De Gaetano, monzese di 52 anni, il titolare del bar in viale Lombardia 260 (nel frattempo finito in fallimento) che nel febbraio scorso, per manifestare contro i lavori per le barriere antirumore che avrebbero a suo dire penalizzato il viavai di clienti nel suo locale, ha minacciato di trasformarsi in una torcia umana. Un incendio che ha finito per coinvolgere un assistente e il comandante della Polizia stradale di Seregno intervenuti sul posto dopo l’accensione del falò. Il primo, Lorenzo Lucarini, 39 anni, era stato avvolto dalle fiamme tanto da venire ricoverato con ustioni di secondo grado al volto al Centro Grandi Ustionati dell’ospedale Niguarda di Milano, anche se fortunatamente non in pericolo di vita. Il suo superiore, Gabriele Fersini, 43 anni, si era gettato anche lui sul barista ingaggiando una colluttazione violenta: le botte e quella benzina parzialmente ingerita contenuta nella tanica che De Gaetano agitava davanti a sé lo avevano fatto vomitare e ad accasciarsi al suolo per una decina di minuti prima di svenire. L’avevano risvegliato i soccorritori, che gli avevano sparato il contenuto dell’estintore in faccia. Anche il ristoratore era stato trasportato all’ospedale San Gerardo di Monza per contusioni e leggere ustioni. Secondo il pm, dalle indagini è emerso che Carlo De Gaetano avrebbe volutamente agitato contro i poliziotti la tanica di benzina, provocando il loro ferimento

Una tesi respinta dal barista, che non ci sta a passare per il cattivo della situazione e ha contrattaccato, querelando gli agenti della Stradale per averlo aggredito ipotizzando una loro responsabilità nel finale tragico della vicenda. La querela del ristoratore nei confronti dei due poliziotti della Stradale aveva provocato la rivolta del sindacato di polizia perché i colleghi hanno ricevuto un encomio per il loro comportamento ritenuto eroico. «Lo decideranno i giudici cosa è successo. Ci sono i filmati e i testimoni», sostiene Carlo De Gaetano. Materiale probatorio che il pm ha valutato, dopo avere aperto un separato fascicolo penale nei confronti dei poliziotti Gabriele Fersini e Lorenzo Lucarini, ma che non ha modificato la tesi accusatoria nei confronti del barista verso l’ipotesi volontaria delle lesioni. Quindi la querela di De Gaetano potrebbe concludersi con una richiesta di archiviazione. Mentre Carlo De Gaetano dovrà presentarsi all’udienza preliminare davanti ad un giudice del Tribunale di Monza (dove si potranno costituire parti civili per ottenere un risarcimento dei danni i due agenti) e decidere se affrontare il dibattimento o scegliere un patteggiamento o un rito abbreviato. Intanto il ristoratore ha dovuto chiudere il bar Raffaello. «Sono finito in fallimento con il mio locale. Alla fine mi hanno rovinato. Sono stato tre mesi senza lavorare e ho accumulato 100 mila euro di debiti», ha dichiarato.