Monza, l'Autodromo vuol rottamare 1,7 milioni di debiti con il Comune

Intanto, nonostante il rinnovo del contratto che consentirà di ospitare la Formula Uno per altri 3 anni, il bilancio della Sias, società che gestisce l'impianto, chiuderà ancora in rosso

La Formula Uno a Monza

La Formula Uno a Monza

Monza, 10 dicembre 2016 - L'Autodromo condannato, non paga. In compenso cerca di “rottamare” i debiti col Comune. Si chiude un altro anno col fiato corto. La terza stagione di fila in rosso: il 2014 si era chiuso con un buco di oltre 3 milioni e mezzo di euro, il 2015 è stato archiviato con un disavanzo di 1,4 milioni e il “taglio” del capitale sociale (da 1,1 milioni a 550mila euro) e anche quest’anno «avremo sicuramente un bilancio in perdita», conferma Pier Lorenzo Zanchi, presidente di Sias, la società dell’Automobile club di Milano che gestisce il circuito monzese della Formula Uno. «Dobbiamo ancora contabilizzare il Rally, l’ultima manifestazione dell’anno, che è andata meglio della scorsa edizione (nel 2015 un risultato positivo, al netto dei costi diretti, di 414.500 euro, ndr) e in linea di massima staremo entro il valore del capitale sociale - ipotizza Zanchi -. In ogni caso Ac Milano ha già dato la disponibilità a ripianare la perdita. Anche perché fa parte dell’accordo di avvicendamento nella proprietà di Sias»

Da gennaio  infatti, Ac Milano - oggi proprietaria (insieme alla sua Immobiliare) della società al 100% - diventerà socio di minoranza, cedendo non meno del 60% delle quote ad Aci Italia e circa il 25% a Regione Lombardia. Un nuovo assetto dettato dall’imponente impegno economico che ha garantito il rinnovo del contratto con Bernie Ecclestone: per i prossimi 3 anni di Formula Uno a Monza, Aci metterà 12,5 milioni di dollari a stagione, il Pirellone 20 milioni di euro.

Inevitabile la ridistribuzione degli equilibri. Ma almeno adesso, «con la firma del contratto l’Autodromo ha una prospettiva buona», il sollievo di Zanchi. Anche se i conti continuano a stare sotto. Si ripiana ma sono interventi che non cancellano i rischi di liquidità e di business. Tanto che «è auspicabile venga ridiscussa la convenzione con il Comune di Monza per la gestione dell’impianto e Sias venga sollevata di alcuni costi». Partendo dalla consapevolezza che certe voci non possono essere stralciate. A cominciare proprio dal tanto contestato pagamento di Ici e Imu.

L’Autodromo non lo ha mai pagato. Prima perché fino al 2010 la maggior parte del circuito non esisteva per il Catasto: l’ultima mappa risaliva alla prima metà degli anni Cinquanta e per i successivi 60 anni nessuno si è preoccupato di registrare quanto costruito (27 tribune in tubolare, 18 tribunette basse, 2 alla Seconda Variante e 8 della Ascari. Oltre a Centro medico, nuovi box, parzialmente la piscina, campeggio, Tribuna d’onore e quella Centrale, alcuni bagni, parte degli uffici della direzione, ex Museo e nuova area dei negozi).

Poi perché convinti che non fosse dovuto (l’articolo 16 della convenzione che regola la concessione dell’area dell’Autodromo, stabilisce che «Le imposte strettamente riferibili alla proprietà dell’area concessa sono a carico dei Comuni»). Anche se per il Comune di Monza vale la legge 388 del 2000: «Nel caso di concessione su aree demaniali, soggetto passivo (dell’imposta comunale, ndr) è il concessionario (in questo caso Sias, ndr)». Si è arrivati alle carte bollate.

E Sias ha collezionato solo condanne: per l’Ici del 2009 (70.192 euro), 2010 (69.391 euro) e 2011 (68.710 euro) il Comune ha vinto il primo grado in Commissione tributaria provinciale e ha ancora tempo sino a fine mese per ricorrere in appello. Per quanto riguarda l’Imu del 2012 (488mila euro) e 2013 (512mila euro) a Sias resta soltanto il ricorso in Cassazione (ha tempo fino a inizio 2017). Per l’Imu 2014 (506mila euro) si è in attesa della sentenza di primo grado. Una stangata complessiva di 1.714.293 euro (comprensiva di interessi e sanzioni che sono circa il 30% dell’imposta). A cui in futuro si aggiungeranno le cartelle Imu del 2015 (circa 400mila euro) per le quali Sias si può mettere in regola entro il 16 dicembre, del 2016 e degli anni a venire. A meno che non si trovi una soluzione. «Ho già contattato il Comune per valutare la possibilità di rottamare le cartelle - spiega Zanchi -. Se daranno l’ok, riusciremo a metterci in regola». Nel frattempo, per loro, stanno decidendo i giudici tributari.