Il processo Autodromo riparte ma il rischio adesso è la prescrizione

Il cambio del collegio giudicante ha fatto slittare tutto di 5 mesi di Stefania Totaro

Enrico Ferrari, ex direttore generale della Sias e ora imputato

Enrico Ferrari, ex direttore generale della Sias e ora imputato

Monza, 12 ottobre 2015 - Riprende dopo cinque mesi a causa di una modifica del collegio dei giudici il processo sull’autodromo. Si è tenuta lo scorso maggio l’ultima udienza al Tribunale di Monza del dibattimento che vede 11 persone accusate a vario titolo di reati come usura, corruzione, abuso d’ufficio, turbativa d’asta, peculato, falso e omissione dolosa di cautele contro gli infortuni per le “bolle” sull’asfalto della curva Parabolica in occasione della Superbike 2012, tra cui gli ex componenti della dirigenza della Sias (la società che gestisce il circuito monzese) azzerata dopo lo scandalo, l’ex direttore generale Enrico Ferrari e l’ex direttore tecnico Giorgio Beghella Bartoli. Ma un cambio in corsa di un membro del collegio giudicante ha fatto rinviare il processo all’1 ottobre (poi ancora al 15 ottobre per l’impedimento di un giudice), cancellando in un colpo le sei udienze già precedentemente fissate fino allo scorso luglio, quando avrebbe dovuto tenersi la requisitoria del pubblico ministero della Procura di Monza Walter Mapelli. Con questo slittamento invece le richieste di condanna della pubblica accusa non saranno pronunciate a inverno inoltrato se non il prossimo anno. Con il rischio prescrizione in agguato. Fortunatamente, perlomeno, la difesa degli imputati non si è opposta a riassumere i passaggi del dibattimento già svolti, acquisendo le testimonianze finora sentite ed evitando così che il processo dovesse ricominciare da zero. Perché non è detto che intanto il collegio non debba subire ancora delle modifiche.

Tempi lunghi anche per il secondo troncone dell’inchiesta sulla Sias sulla vendita dei biglietti. Il 6 novembre saranno processati con il rito abbreviato per corruzione Enrico Ferrari (che deve anche rispondere di un giro sospetto di biglietti venduti in nero e presunte fatture per operazioni inesistenti per 3 milioni di euro insieme a Claudio Viganò, storico presidente del consiglio di amministrazione di Sias fino al 2010, che ha scelto invece il giudizio immediato e verrà processato il 12 gennaio da un giudice monocratico insieme ad altri 5 imputati) e il contabile della Sias Franco Becchere, per avere versato dal 2008 al 2011 al delegato Siae per la Brianza Americo Martino (per lui processo davanti a un collegio di giudici monzesi il 15 gennaio) 80mila euro per chiudere un occhio sui controlli nelle manifestazioni sportive organizzate all’autodromo. Ferrari si ritrova imputato in questa inchiesta bis anche di peculato per essersi intascato circa 1 milione di euro in contanti dal 2007 al 2012. stefania.totaro@ilgiorno.net