Ex calciatore ucciso, così l’amico depistava la fidanzata: "Andrea pensa tu lo tradisca"

Le telefonate fra Estella preoccupata per la scomparsa e l’assassino

Estella Bellini, la fidanzata di Andrea La Rosa

Estella Bellini, la fidanzata di Andrea La Rosa

Monza, 16 dicembre 2017 - Due confronti drammatici. Al telefono. Nel giro di 72 ore. Da una parte, la fidanzata disperata di Andrea La Rosa. Dall’altra, quello che poi si scoprirà essere il suo killer, Raffaele Rullo. È la mattina del 15 novembre: dell’ex calciatore non si hanno notizie dalla sera prima. La compagna Estella Bellini riceve una telefonata da Rullo. È un suo amico, proprio lei li ha fatti conoscere. Il 35enne tecnico informatico conferma l’incontro, ma tira fuori una versione che non sta in piedi: sostiene che La Rosa fosse infuriato con lei dopo aver scoperto una presunta frequentazione con il suo ex fidanzato. Rullo dice pure che La Rosa ha scagliato lo smartphone a terra, rompendolo. «E allora perché ho ricevuto tre sms da lui all’1.34?», ribatte lei.

A quel punto, Rullo parla di un malfunzionamento del telefono e di sms scritti alle 22 e arrivati in seguito. Tutto falso: a quell’ora La Rosa era già morto. Il 16 novembre, la zia del dirigente sportivo sporge denuncia di scomparsa. Partono le indagini, che si indirizzano subito sulla pista dell’omicidio. E tra i sospettati c’è proprio Rullo, che la sera del 14 aveva appuntamento con La Rosa in viale Certosa a Milano. Il 18 novembre, la Bellini chiama il 35enne e lo mette alle strette. «Noi ci siamo visti al Mc di viale Certosa. Gli ho detto “entriamo?”, lui mi fa “no, non c’ho voglia di entrare lì dentro”, gli ho detto “vabbè, allora andiamo sotto casa di mia mamma”... Mia mamma ha detto che l’ha visto salire su un’altra macchina». «Se è salito su un’altra auto, la sua dov’è?», risponde Estella.

«Dove siete stati che non prendeva né il tuo cellulare né il suo? Dove siete stati?», riprende la donna. «Lì, nella via di mia madre...», risponde Raffaele. Che assicura di aver salutato Andrea attorno all’una: «Fumava, aveva gli occhi rossi...». «Raffaele, Raffaele, non mi dire c., non mi dire c. Lui ha chiesto a delle persone, prima di venire da te, se lo accompagnavano. Perché era spaventato?», chiede al balbettante interlocutore. «E l’hanno accompagnato? Perché quando è arrivato era da solo», la frase interlocutoria. «Non l’hanno potuto accompagnare, ma fino a che non si è fermato con la macchina sotto casa di tua madre era al telefono con questa persona (un calciatore della squadra, ndr). Non mi dire c., non mi dire c. Raffaele». Rullo regge. E a un certo punto cerca pure di accreditare la tesi di un gesto estremo da parte di La Rosa: «Eravamo in macchina, mi fa “O vado là e gli do una coltellata o me ne vado io e faccio una pazzia”». Tutto falso. La Bellini accenna ai soldi, agli 8mila euro che La Rosa aveva nascosto nei calzini. «Sai cosa mi diceva lui sempre: “Quando succederà che devo fare lo scambio dei soldi con l’assegno, io ti manderò posizione e tutto e mi farò accompagnare da qualcuno, col c. che vado da solo, perché non mi fido”». Rullo abbozza e accredita una storia senza senso. Estella allarga le braccia: «Lo capisci che non è possibile...».