Presi a colpi di machete in vacanza, condannato l'aggressore

Coppia di monzesi vittima di un tentato omicidio

L'aggressore fermato da un bagnino e dalla polizia

L'aggressore fermato da un bagnino e dalla polizia

Monza, 20 gennaio 2018 - A scatenare la brutale aggressione era stato l’ennesimo screzio con l’anziano zio vicino di casa. Vecchie ruggini in ambito familiare mai sanate col tempo, esplose tutte insieme nel modo peggiore quella brutta mattina del 27 giugno scorso. Impossibile dimenticare, soprattutto per chi ha assistito di persona all’aggressione di Livio Romano  55 anni massese, nei confronti dello zio Giuseppe Ragaglini (70 anni di Ortonovo) e di una coppia di turisti, Fernando Della Torre e Adele Maria Cappellini di Monza. Tutto nato da un diverbio avvenuto la sera prima fra la coppia di turisti (in affitto in una del Ragaglini) e lo stesso Romano, residente nell’appartamento vicino. Il giorno dopo la coppia ha riferito al padrone di casa quanto accaduto la sera prima, da lì sarebbe nato il successivo litigio fra zio, nipote e la coppia di turisti.

Da quanto ricostruito Romano li aveva colpiti più volte con un piccolo machete, solo l’intervento di alcuni passanti aveva messo fine all’aggressione. Livio Romano era stato arrestato dalla polizia e portato in carcere. L’altro giorno è arrivata la condanna nel corso del processo svolto con rito abbreviato. Il 55enne massese è stato riconosciuto colpevole di tentato omicidio nei confronti dello zio e lesioni ai due coniugi: 6 anni e 8 mesi la condanna del gup, contro i 14 anni richiesti dal pubblico ministero con uno “sconto” in partenza rispetto ai 21 anni previsti, trattandosi di un processo con rito abbreviato. L’imputato è stato anche condannato al pagamento delle spese processuali (5.000 euro), oltre a una provvisionale alle vittime della sua aggressione costituite parti civili: 3.000 euro a Ragaglini, 2.000 a Della Torre e 1.500 alla Cappellini. I difensori dell’imputato hannno cercato di far derubricare l’accusa di tentato omicidio in lesioni aggravate, sottolineando come comunque dopo l’episodio non sia scappato ma si sia limitato ad andare sulla vicina spiaggia. E il machete non era che un «vecchio coltello arrugginito». Diversa la ricostruzione fatta dagli inquirenti: il 55enne massese dopo aver colpito zio e turisti, aveva cercato di nascondersi fra la folla in spiaggia, salvo poi essere fermato prima da un giovane bagnino, poi dalle volanti della squadra mobile. Quindi l’arresto, il carcere e, ieri, la condanna.