Statuto
Mezzago (Monza), 9 novembre 2016 - Da quando, ormai 25 anni fa, cantavano “Abbiamo vinto il Festival di Sanremo” e “ora non suoniamo più in cantina, non viaggiamo più in furgone. Ora siamo grandi stars”, di strada, di dischi e di concerti ne hanno fatta. Ma in realtà “suoniamo ancora in cantina, anzi in un garage insonorizzato. E ci spostiamo ancora in furgone, solo che è un po' più bello. Prima lo noleggiavamo, ora ce lo siamo comprato”. Oscar Giammaritano (ma solo per l'anagrafe e i suoi studenti delle medie) per tutti è oSKAr degli Statuto (nel nome della piazza torinese che li ha visti crescere). “E' vero che Sanremo ci ha cambiato la vita ma non siamo certo rockstar”. Lui, Naska (batteria), Alex Bumba (chitarra) e Rudy (basso) “continuiamo a essere persone normali anche se siamo comunque privilegiati perché possiamo fare quello che ci piace”. E' la loro musica. Con quello stile unico, inconfondibile e incatalogabile che non hanno mai tradito.
Lo spirito mod fatto di ska, soul, beat, rhythm&blues, powerpop e ritmi giamaicani. Però “nel nuovo disco c'è pochissimo ska” e gli archi arrangiati e suonati da Davide Rossi (già arrangiatore di Coldplay, Duran Duran e Goldfrapp). “Amore di classe” - entrato direttamente nella classifica dei dischi più venduti in Italia e forse uno dei migliori album degli Statuto – è un concept album seguito in tutte le sue fasi da Max Casacci e Rudy Di Monte. Dodici canzoni che raccontano una storia, dodici tracce in sequenza come le 12 puntate di una fiction: “Raccontano la difficile storia d'amore fra Adamo, figlio di operai, ed Eva, ragazza di famiglia benestante – racconta oSKAr -. Sullo sfondo i grandi temi, dalla disoccupazione ai problemi della scuola pubblica alla lotta al razzismo”. Un disco curato in maniera quasi maniacale nei dettagli. Anche e soprattutto musicalmente per “rendere i brani efficaci anche da vivo”. Dopo un tour estivo di 35 date gli Statuto tornano live.
Appuntamento venerdì al Bloom di Mezzago (via Curiel 39. Inizio concerto alle 22; biglietto 7 euro) con i nuovi pezzi e l'ironia, il sarcasmo, la sfrontatezza e l'umiltà dei brani che hanno fatto da colonna sonora a oltre trent'anni di carriera. Nell'attesa - chissà - di rivederli sul palco dell'Ariston. Un brano per le selezioni l'hanno mandato: “Ci torniamo per farci la pensione”.