Stanze più grandi e doccia: da carcere femminile a pensione con le sbarre

Progetto di riconversione al vaglio del Dipartimento di Marco Galvani

Le recluse saranno trasferite in altri istituti lombardi

Le recluse saranno trasferite in altri istituti lombardi

Monza, 23 febbraio 2015 - «La chiusura del detentivo femminile per il momento è un progetto al vaglio del Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria». La direttrice della casa circondariale di via Sanquirico, Maria Pitaniello, mette i puntini sul piano che, sulla carta, dovrebbe portare al progressivo trasferimento delle detenute attualmente recluse a Monza, al completo restauro delle celle e alla riconversione del Femminile in una sezione maschile a regime attenuato con celle che sono più delle stanze di una pensione e doccia privata. Una sezione destinata a ospitare detenuti impiegati tutto il giorno in lavori all’interno della casa circondariale che rientreranno nelle celle soltanto la sera per dormire. «I lavori al tetto (dopo i pesanti problemi di infiltrazioni che un anno fa avevano costretto alla chiusura di una delle due sezioni, ndr) sono finiti e presto verrà avviata la bonifica degli impianti - continua la direttrice -. L’obiettivo è di arrivare ad avere una sezione moderna», adeguata agli standard di abitabilità. Ci saranno stanze più grandi e, se le risorse lo consentiranno, ognuna avrà la propria doccia, a differenza del detentivo maschile dove ne è presente una comune con più box per ciascuna sezione. Un progetto che si potrà concretizzare una volta che arriverà il via libera del Dipartimento e quando saranno ultimati gli interventi di ristrutturazione. Un riammodernamento e una riorganizzazione con cui il carcere monzese prosegue sulla strada che ha già portato all’attivazione della sorveglianza dinamica in quattro sezioni. 

Un sistema a «regime aperto» dove i detenuti a media e bassa pericolosità (esclusi i reparti di osservazione, dell’Alta sicurezza, dei protetti e dell’infermeria) vengono controllati da un gruppo di agenti di polizia penitenziaria in pattuglia nelle varie aree del detentivo e, in remoto, 24 ore su 24 con il sistema di videosorveglianza. Novità che si aggiungono al programma di potenziamento delle attività lavorative, sportive, culturali, didattiche e ricreative: dal laboratorio di vetreria con la ditta Paci di Seregno all’assemblaggio di filtri d’acqua con la coop San Giuseppe, dall’assemblaggio di giochi e piccoli elettrodomestici con la cooperativa Opportunity alle attività avviate dalla Cooperativa sociale 2000 come la falegnameria e lo storico servizio di lavanderia, primo esempio in Italia a occuparsi anche della biancheria personale dei detenuti. E ancora il laboratorio teatrale, quello di arteterapia e di ascolto musicale, le attività sportive (calcio e rugby). mentre nelle ultime settimane un paio di detenuti hanno iniziato tre mesi di tirocinio al Parco grazie alla collaborazione del carcere con il Consorzio Parco e Villa: si stanno occupando della manutenzione del verde, della raccolta delle foglie e della sistemazione dei vialetti. Un’occasione per imparare un mestiere con un lavoro di piubblica utilità.

marco.galvani@ilgiorno.net