Armstrong nei guai in Brasile, l'operazione "Padrino" fa tremare società e tifosi

Preoccupazione al Monza: il club ufficialmente non è in vendita ma è partita la caccia ai possibili acquirenti di Matteo Delbue

Anthony Emery Armstrong (Radaelli)

Anthony Emery Armstrong (Radaelli)

Monza, 1 novembre 2014 - «Siamo molto preoccupati». Non ha nascosto il proprio stato d’animo il direttore generale del Monza, Mauro Ulizio, dopo le notizie di giovedì provenienti dal Brasile. Giornali e siti Internet che hanno raccontato con dovizia di foto e particolari dell’irruzione della Polizia Federale negli uffici della Ecohouse, la società immobiliare fondata dal presidente del Monza Anthony Emery Armstrong, nell’ambito di un’indagine su riciclaggio di denaro e altri reati fiscali. Il titolo dato all’operazione suonava, tradotto, come «Il Padrino».

«La speranza è che tutto si risolva per il meglio. – ha affermato Ulizio –. Certo, ora siamo molto più preoccupati che per quel bonifico non arrivato nei giorni scorsi per il pagamento della prima tranche stagionale di stipendi». Cosa succederà ora al Monza? La società ufficialmente non è in vendita: chiaramente da Armstrong, che in questo momento sembra aver ben altri problemi a cui pensare, nelle scorse ore non è arrivato nessun input in questo senso. Nelle stanze dei bottoni di Monzello però, in attesa di saperne di più dal Brasile e di capire se il presidente sarà costretto a mettere per sempre la parola fine ai bonifici con direzione Monza, si starebbe già passando al setaccio la Brianza (e non solo) alla ricerca di possibili acquirenti. Si tratta di una corsa contro il tempo per scongiurare un pericolo fallimento che non sembra essere poi così lontano: difficile, dopo le notizie di questi giorni, convincere i fornitori ad avere pazienza.

Intanto, i primi nomi di chi potrebbe salvare il Monza sono già affiorati. Si parla del solito Davide Erba della Stonex, che già qualche anno fa cercò di comprare il club dall’entourage di Clarence Seedorf, e si vocifera di un interessamento della famiglia Giambelli ed in particolare dei figli di quel Valentino che per 19 anni fu presidente amatissimo del Monza. Altro nome noto che circola negli ambienti di Monzello è quello di Salvatore Zangari, ex consigliere biancorosso, attualmente presidente della Pro Sesto che potrebbe coinvolgere il suo vicepresidente Nicola Radici, spalleggiato dalla famiglia atalantina Percassi. L’elenco dei “salvatori” sarebbe comunque in rapida evoluzione: una società storica come il Monza fa gola a tanti, anche se l’entità dei debiti (si vocifera poco più di 2 milioni di euro) potrebbe scoraggiare molti. In questo momento la miglior campagna pubblicitaria al Monza non possono che farla i giocatori biancorossi. Anghileri e soci, nonostante tutto e tutti, non possono far altro che concentrarsi sul rettangolo verde e pensare a vincere il più possibile per restare nelle parti alte della classifica: il sogno della serie B potrebbe ingolosire qualche imprenditore

E i tifosi? La pragmaticità del popolo del Brianteo è tutta nel commento del gruppo Facebook “Il Monza siamo noi”: «I presidenti vanno e vengono, ma quello che resterà per sempre è la passione dei nostri nonni, dei nostri padri, di noi tifosi di oggi e dei nostri figli verso una maglia e due magici colori». Un attestato di fiducia che sembra già avere il sapore dell’addio ai sogni con cui era partita l’era del samba di Armstrong.