Gli artigiani brianzoli dicono no alla Brexit ma sì all'Italexit

I piccoli imprenditori del territorio sono convinti che, nel referendum, i britannici sceglieranno di restare nell'Unione Europea ma se dovessero votare loro sceglierebbero per l'Italia la via dell'uscita dall'Ue

La Gran Bretagna al referendum sul suo futuro

La Gran Bretagna al referendum sul suo futuro

Monza, 22 giugno 2016 - Il Regno Unito resterà nell’unione Europea ma se dovessero votare loro sceglierebbero un destino diverso per l’Italia: l’uscita dalla Ue. Così la pensano gli artigiani brianzoli (o almeno i 381 che hanno risposto all’indagine online lanciata dall’Unione artigiani) sul referendum che domani chiamerà i britannici a esprimersi sull’uscita o meno dall’ Europa Unita.

Secondo i piccoli imprenditori il 54,2% dei britannici voterà per restare in Europa. Se il Regno Unito però dovesse decidere di lasciare l’Ue, secondo il 47,7% questa scelta comporterebbe una flessione dell’economia continentale. Per il 21,1% tutto resterebbe com’è e per il 17,5% ci sarebbero addirittura benefici. Per il 13,7% assisteremmo invece a una pesante crisi economica. L’eventuale uscita dei britannici dall’Ue non inciderebbe sulla propria azienda per il 70,2% mentre sarebbe negativa per il 19,7%. Addirittura sarebbe positiva e consentirebbe all’impresa di crescere, invece per il 10,1%.

E se si votasse in Italia per un analogo referendum? Il 53,4% degli artigiani di Monza e Brianza sarebbe favorevole a lasciare l’Unione Europea contro il 43%. Non andrebbe a votare il 3,6%.

«Questa opinione – commenta il segretario generale dell’Unione Artigiani, Marco Accornero – ci dà la dimensione di come l’Ue venga percepita dai nostri artigiani più come problema piuttosto che come opportunità. Un giudizio triste, che però richiama all’esigenza urgente di ritrovare quello spirito comunitario europeo che evidentemente, non solo tra gli artigiani brianzoli, ma in gran parte d’Europa, è andato scemando in questi anni».

Alla domanda su quale sarebbe la principale causa che li porterebbe a votare per l’uscita dall’Unione Europea del nostro Paese, gli artigiani mettono al primo posto la burocrazia e le regole imposte da Bruxelles (47,3%) che, sommate alla critica sui costi della politica europea (11,5%), fotografano con il 58,8% la pessima opinione che i piccoli imprenditori del territorio hanno sull’organizzazione comunitaria. Segue poi (37,6%) la debolezza del nostro governo ai tavoli europei (37,6%), mentre la libera circolazione delle persone, senza frontiere nazionali, all’interno dell’Ue sembra non costituire un problema impellente (3,6%).

Se l'Italia decidesse di uscire dall’Ue, secondo il 48,5% l’economia nostrana ne beneficerebbe molto. Di contro, per il 41,4% assisteremmo a conseguenze negative pesanti, mentre per il restante 10,1% tutto rimarrebbe invariato.