Bolletta record da 5mila euro: gli cambiano il contatore, ma la deve pagare lo stesso

L’azienda gli sospende anche la fornitura di elettricità di Marco Galvani

Un utente controlla una bolletta (Foto d'archivio)

Un utente controlla una bolletta (Foto d'archivio)

di Marco Galvani

Monza, 31 luglio 2014 - Ha aperto la bolletta della fornitura di elettricità arrivata nella cassetta delle lettere come ogni bimestre. Ma quando ha letto l’importo della fattura si è ritrovato una stangata da 5.200 euro. Per un’utenza domestica, mica un’azienda. E dopo mesi trascorsi invano a capire il motivo, dopo essersi visto ridurre la potenza e poi staccare del tutto la corrente, oggi lo sventurato utente di Veduggio con Colzano sta ancora lottando per trovare una soluzione. Il Tribunale di Monza ha dato tempo fino al prossimo 25 ottobre per tentare una conciliazione, altrimenti «andremo in causa con la società fornitrice», anticipa l’avvocato Claudio Orlando che sta seguendo il caso per Adiconsum, l’associazione di tutela dei consumatori della Cisl a cui si è rivolto la vittima di questa ingarbugliata vicenda burocratica. Quando a inizio anno è arrivata la bolletta, il veduggese, dopo lo smarrimento, si è messo in contatto con il fornitore dell’energia elettrica per ottenere spiegazioni e chiedere una verifica del corretto funzionamento del contatore. «I tecnici sono usciti dopo 3-4 mesi, hanno detto che il contatore non aveva alcun problema, ma lo hanno sostituito lo stesso con uno nuovo azzerando i consumi - spiega il legale -. Perché cambiare una cosa che funziona? Una stranezza. Ma così hanno eliminato una prova. Guarda caso poi l’utente non ha più avuto alcun problema e ha continuato a pagare regolarmente le bollette. E poco ci convince la spiegazione che quella cifra sarebbe la somma di arretrati che si sono accumulati perché il conguaglio avviene periodicamente attraverso la lettura del contatore da parte della stessa società». Con la bolletta di oltre 5mila euro in sospeso, però, tramite Adiconsum e il tavolo paritetico di conciliazione l’utente ottiene di non subire riduzioni di potenza. Ma il 7 luglio la corrente si abbassa. Il fornitore non risponde, l’avvocato ricorre d’urgenza al Tribunale che ordina il ripristino della piena potenza. «L’ordinanza cade nel vuoto e addirittura la scorsa settimana la corrente è stata tolta del tutto - riferisce l’avvocato Orlando -. Con una serie di telefonate e con l’ennesimo invio dell’ordinanza siamo riusciti a fare riallacciare l’elettricità. Nel frattempo venerdì scorso il giudice ha ribadito il contenuto del provvedimento, invitando le parti a tentare di trovare una soluzione entro la fine di ottobre. L’alternativa è andare in causa».