Autodromo, bocciate le modifiche per le moto

Anche la Federazione motociclistica dice no

L'autodromo di Monza

L'autodromo di Monza

Monza, 26 giugno 2016 - Modifiche alla pista, la corsa inutile per portare il progetto al traguardo. Dopo la bocciatura del Gruppo piste e percorsi di Aci Sport, anche la Federazione motociclistica italiana ha messo nero su bianco il proprio parere contrario sia da un punto di vista formale sia sul fronte tecnico. Il progetto, insomma, sportivamente non ha futuro. Eppure la macchina amministrativa sta andando avanti lo stesso. L’iter per la valutazione di impatto ambientale sta procedendo e il 3 luglio scade il termine per la presentazione delle osservazioni al piano da 6 milioni e mezzo di euro voluto dall’Autodromo dell’era Dell’Orto per riportare le gare internazionali di moto e riqualificare il Parco entro i confini del circuito.

Ma le modifiche pensate per le due ruote, proprio alla Federmoto non vanno a genio. Innanzitutto "il progetto è irricevibile in quanto non è stato firmato e timbrato da professionista abilitato ai sensi delle leggi nazionali vigenti": contestazione già fatta dagli esperti di Aci Sport. Ma, al di là della forma, ci sono anche problemi tecnici emersi esaminando "documenti carenti o incoerenti". Il Comitato Impianti della Federmoto esamina punto per punto le singole zone di intervento e già alla Curva 1, la Prima Variante, evidenzia che "dai nostri calcoli emergono delle velocità residue alla barriera non compatibili con l’attività prevista anche a causa della presenza di tribune che riducono l’ampiezza delle possibili vie di fuga". Va rivisto anche l’intervento alla nuova S che verrebbe realizzata per escludere il Curvone di Biassono.

La critica va al "posizionamento del letto di rallentamento in materiale leggero così a ridosso della pista per la possibile ricaduta in pista di materiale sollevato dall’impatto di piloti o moto e per la lontananza dalle postazioni di ufficiali di percorso nel caso in cui si dovesse recuperare un mezzo incidentato. Oltretutto – continuano i professionisti della Federazione – la sua presenza non elimina la possibilità che un mezzo possa, in caso di caduta, invadere i tratti di pista seguenti, possibilità che non questa configurazione della S resta alta". Alla Roggia, invece, la soluzione progettata "è migliorativa rispetto alla situazione esistente".

Nel rettilineo tra le due curve di Lesmo il consiglio è di "arretrare la barriera interna per limitare le problematiche di impatto a seguito di eventuale high-side", mentre alla Ascari con l’ipotesi di intervento «non si ritiene risolta la problematica» dell’insufficienza dello spazio di arresto. Stesso neo alla Parabolica dove "la variante proposta è generalmente migliorativa ma probabilmente non sufficiente in ingresso laddove la velocità residua è ancora troppo alta".

E quindi il progetto così come è stato presentato per le federazioni che devono rilasciare l’omologazione non va bene. Di conseguenza anche il parere dei vari enti (dalla Soprintendenza al Parco Valle Lambro) chiamati a dare i permessi ai lavori non potrà che essere negativo. Entro la fine della prossima settimana scadono i termini. Mentre il 7 luglio è l’ultimo giorno utile per dare una risposta alla Dorna, organizzatore del Mondiale Superbike, il campionato che Sias sperava di riportare a Monza: in caso di silenzio, il sogno motociclistico svanirà. Almeno per ora.