Venerdì 19 Aprile 2024

Arcore, in balia di un "bandito gentiluomo": il racconto della ragazza rapinata

Derubata di autoi e cellulare ma il criminale «gentiluomo» l’ha riportata a casa

AL LAVORO I carabinieri di Monza indagano sulla vicenda

AL LAVORO I carabinieri di Monza indagano sulla vicenda

Arcore, 1 febbraio 2015 - Paura. Un'angoscia che possiamo solo immaginare. Siamo riusciti a interloquire - pur a distanza - con la ragazza vittima di una rapina più unica che rara: aggredita, pistola alla mano, da un bandito, sequestrata sulla sua stessa vettura ma alla fine incredibilmente accompagnata verso casa da quello che alcuni fra gli stessi inquirenti hanno ribattezzato come il «bandito gentiluomo». Tutto bene quel che finisce bene, senz’altro, ma la vittima della singolare disavventura se l’è vista davvero brutta.

Tutto accade giovedì sera. Sono all’incirca le 21.30 quando una ragazza di poco più di vent’anni scende dal treno alla stazione di Arcore. Comincia a piovere e nevischiare sulla Brianza, la ragazza si dirige al parcheggio dove ha lasciato la sua vettura - una Volkswagen Polo - per fare rientro a casa dopo una giornata di lavoro. Si ritrova però davanti a un bandito: un uomo, non un italiano ma probabilmente nordafricano, con il volto coperto da un passamontagna e con una pistola in pugno. Il rapinatore si fa consegnare due cose: il telefono cellulare e le chiavi della vettura. Tutto finito? Tutt’altro. Il malvivente costringe infatti la ragazza a salire sulla macchina assieme a lui e parte. Per la ragazza, come lei stessa racconterà, comincia una mezz’ora di autentico terrore. Di morire, o di subire comunque una violenza. Strada facendo, però, il bandito spiega in sostanza che vuole solo accompagnare a casa la povera ragazza: forse impietosito, teme che la sua vittima si ritroverà a malpartito visto che ormai è buio, c’è brutto tempo e senza la sua vittima si trova ormai senza un telefono e soprattutto senza la propria vettura. Il rapinatore - come ammetterà la stessa ragazza - non ricorre a maniere forti, niente strtattoni o minacce verbali, e sembra conservare quasi una forma di effettiva gentilezza nei confronti della sua vittima. Anzhe se, ovviamente, la sta costringendo con una pistola a stare al suo volere. Per fortuna, la ragazza mantiene la freddezza necessaria a non comunicare il proprio vero indirizzo di casa - timorosa che il bandito possa approfittarne - ma fa in modo di farsi lasciare a Lesmo. Davanti a un bar, dove entrerà subito dopo, non appena lasciata libera, a chiamare i carabinieri e a chiedere aiuto. Tutto bene dunque? Alla fine sì, anche se la vittima difficilmente dimenticherà tanto in fretta la terribile serata di giovedì scorso, per mezz’ora in balìa di un bandito.