Nova, si getta nel Villoresi e salva il 13enne che sta annegando

Atto di eroismo di un tecnico informatico di 30 anni, un novese che lavora per Google. Si è gettato nel Villoresi e ha salvato un ragazzino di 13 anni di Alessandro Crisafulli

Un'ambulanza

Un'ambulanza.

Nova Milanese, 19 agosto 2014 - «Non ci ho pensato su un attimo. In quei casi non hai tempo di pensare...». Già, sarebbe bastata una esitazione di pochi secondi e non ce l’avrebbe fatta. Invece Andrea Bisconti, 30 anni, novese che lavora per Google, non ha perso un istante, si è gettato nel Villoresi e ha salvato un ragazzino di 13 anni che stava per affogare. È successo domenica sera a Nova.Tutto inizia intorno alle 19.40 quando H.M., nato in Bangladesh e residente a Varedo, si trova lungo le sponde del canale in bicicletta insieme al fratellino di 9 anni.

A un certo punto fa un’inversione, incespica probabilmente in un ramo, perde l’equilibrio e ruzzola giù. Di fronte al fratello, atterrito, che inizia subito a urlare. Il ragazzino non sa nuotare. L’acqua è alta quasi due metri e la corrente è forte. Viene trascinato via. Le urla del fratello richiamano due passanti, che a loro volta non sanno nuotare e corrono alla ricerca di qualcuno. Che per fortuna arriva, «ero stato al parco di Monza con mia moglie e stavamo tornando a casa – racconta il giovane novese –: a un certo punto mi sono visto spuntare davanti una coppia che urlava chiedendo aiuto. Cercavano qualcuno che sapesse nuotare, perché un bambino stava affogando». Andrea, d’istinto, agisce: scende dalla sella, consegna qualche oggetto personale alla moglie, corre verso il ragazzino, che sta sempre più scivolando sott’acqua e lontano, e si getta.

«Non toccavo – dice – non è stato facile perché la corrente era forte, lo aveva trascinato già per 200 metri, fino al confine con Muggiò, l’ho afferrato e tirato su. Aveva bevuto parecchio ma era ancora cosciente. Ci siamo avvicinati alla sponda e, aiutati dall’uomo che mi aveva chiamato, siamo riusciti a risalire». Nel frattempo era stata chiamata l’ambulanza. I sanitari hanno soccorso il 13enne, in stato di choc ma ancora cosciente. Lo hanno portato al pronto soccorso del San Gerardo di Monza, dove è stato fatto riprendere e monitorato. Poco dopo, è stato dimesso, senza prognosi. Un enorme spavento, niente più, grazie al coraggio e all’altruismo di Andrea. «Sono contento di essere riuscito a salvarlo – dice -. No, non ho avuto nessun contatto con i genitori, almeno per ora. Non erano presenti e non si sono fatti vivi. Ma non importa, l’importante è che sia vivo il ragazzo».

Esattamente due anni fa, un caso analogo, con protagonista un bambino pakistano di 11 anni. Allora, purtroppo, nessuno riuscì a salvarlo e annegò. La tragedia avvenne al confine tra Varedo e Paderno. Il piccolo stava giocando con alcuni amichetti connazionali, a un certo punto aveva deciso di andare a bagnarsi le mani e rinfrescarsi: nell’allungarsi, si era sbilanciato, finendo dentro le acque torbide del canale. Il corpo fu ripescato alcuni chilometri dopo dai pompieri.

alessandro.crisafulli@ilgiorno.net