Beffa per gli agenti penitenziari. Niente soldi per gli straordinari e ora dovranno pagarsi pure l’affitto

Monza, chi vive in caserma è chiamato a contribuire di Marco Galvani

Polizia penitenziaria in carcere (foto di repertorio Ansa)

Polizia penitenziaria in carcere (foto di repertorio Ansa)

Monza, 21 ottobre 2014 - Per questo mese gli straordinari non verranno pagati, in compenso «hanno chiesto una sorta di affitto agli agenti che vivono in caserma». Per carità, «potremmo anche essere d’accordo a pagare un contributo ma ci aspettiamo almeno una sistemazione dignitosa», lamenta Domenico Benemia, segretario regionale della Uil penitenziari. Perché «i colleghi in servizio in carcere a Monza che usufruiscono delle stanze nella caserma di via Sanquirico e in quella esterna, la Pastrengo di largo Esterle, sono costretti a vivere in condizioni pessime».

In via Sanquirico i problemi strutturali sono più evidenti: «Il terzo piano sembra stato bombardato, ci piove dentro ed è completamente inutilizzabile - continua Benemia - mentre negli altri due piani le stanze avrebbero bisogno di importanti interventi perché il riscaldamento va a singhiozzo come anche l’acqua calda, le docce perdono e la cosa incredibile è che dalla direzione ci hanno detto che al momento non ci sono previsioni di spesa». Le pesanti infiltrazioni di acqua nelle sezioni che ospitano i detenuti sono state sistemate, poi però non è stato fatto più nulla: «Piove in alcune aule di lavorazione, nel teatro, nella palestra, nella chiesa, nell’ufficio matricola e anche in una parte della mensa degli agenti - fa la lista il sindacalista -. La situazione è migliore alla Pastrengo anche se da anni si è aperta una voragine nel cortile e nessuno ancora ha preso in mano la questione».

Qualcuno dei 100 poliziotti (sui 300 operativi in via Sanquirico) che vive in caserma nei limiti del possibile si è dato al fai da te aggiustando un rubinetto o dando una mano di vernice alle pareti. Ma adesso che l’Amministrazione penitenziaria batte cassa e chiede agli agenti di contribuire con un canone che per il carcere di Monza deve essere ancora definito «ci aspettiamo che vengano messe a disposizione delle stanze in condizioni strutturali, igieniche e sanitarie decenti. Forse è già tanto se hanno l’agibilità», mette le mani avanti Benemia. 

Le somme che si ipotizzano varierebbero fra i 40 euro al mese per una stanza singola ai 100 euro per una tripla. Ma «visto che per l’assegnazione di quegli alloggi non era previsto alcun canone, interpretiamo come un abuso la pretesa di pagamento pena la perdita del posto letto in caserma». Non ci stanno gli agenti. Perché ancora una volta si sentono trascurati. «Manca tutto, a cominciare dal vestiario - prosegue il segretario Uil -. I magazzini sono vuoti, le scarpe dobbiamo comprarcele noi, anche le divise non sono uniformi, nel modello e anche nel colore». Per non parlare dei furgoni blindati con cui vengono accompagnati i detenuti: «Hanno sulle spalle oltre 250mila chilometri, sono pochi e quei pochi sono sgangherati». 

marco.galvani@ilgiorno.net