Montanelli “scriveva” anche passeggiando. Ruben Razzante parlerà domani del libro di Mazzuca

Giancarlo Mazzuca, ora direttore de “Il Giorno”, ha appena affidato i ricordi di quella lunga e intensa amicizia, nata nel 1990 al “Giornale”, dove era entrato come caporedattore all’economia, alla brillantezza delle pagine di “Indro Montanelli - Uno straniero in patria”, godibilissimo volume edito da Cairo di Gian Marco Walch

Ruben Razzante

Ruben Razzante

Milano, 24 aprile 2015 - «Ogni mattina andavo a prenderlo al Residence Maria Theresia dove, allora, soggiornava come un vecchio scapolone. La prima cosa che mi chiedeva era quale fosse la notizia del giorno». Di Montanelli, nell’anno in cui vissero insieme l’entusiasmante quanto difficile avventura della “Voce”, Giancarlo Mazzuca fu non soltanto il vice, ma una sorta di affettuoso scudiero. Affiancava Indro, lo consigliava, lo osservava. Anche nella passeggiata mattutina: «A quel punto, Montanelli si zittiva completamente e cominciava a muovere ritmicamente la testa: movimenti a destra e a sinistra e, poi, uno, più pronunciato in avanti». Spiega Mazzuca: «Montanelli si stava costruendo, mentalmente, l’articolo di fondo. E quel movimento in avanti era un punto: aveva completato la frase».

Giancarlo Mazzuca, ora direttore de “Il Giorno”, ha appena affidato i ricordi di quella lunga e intensa amicizia, nata nel 1990 al “Giornale”, dove era entrato come caporedattore all’economia, alla brillantezza delle pagine di “Indro Montanelli - Uno straniero in patria”, godibilissimo volume edito da Cairo, miniera di aneddoti saporosi, tutt’altro che una ormai scontata biografia. Aneddoti da leggenda, anche se non sempre compiutamente verificabili, storie che Indro snocciolava per il piacere dei suoi ascoltatori, magari a tavola, Da Elio, davanti alla pappa con il pomodoro e ai fagioli all’uccelletto, obbligatori per tutti, per lui, inappetente uccellino francescano, ma anche per i suoi commensali. In particolre i «Montanelli boys», i giornalisti che avevano coraggiosamente seguito il “principe” dal “Giornale” alla “Voce”.

“Uno straniero in patria” verrà presentato da Mazzuca domani a Milano Marittima, al Palace Hotel. Sarà certo il momento clou dell’appuntamento con Cinque Stelle al Giornalismo, il premio internazionale assegnato dalla giuria presieduta da Ruben Razzante, docente di Diritto dell’Informazione alla Cattolica di Milano. Un premio che, promosso dieci anni fa dalla famiglia Batani, si è conquistato un posto di rilievo nel sin troppo ricco panorama della stampa italiana. «Certo - commenta Razzante -, il Cinque Stelle privilegia il giornalismo, come suol dirsi, all’anglosassone: il racconto dei fatti separati dalle opinioni. Lo stesso messaggio che Mazzuca teorizza e pratica quotidianamente su “Il Giorno”». Questi i premiati dell’edizione 2015, serata che verrà presentata da Massimo Giletti, con l’aiuto di Vira Carbone: Enrico Mentana, Umberto Brindani, Maria Latella, Leo Turrini e Stefanie Bisping. Per Mazzuca un ritorno “sul luogo del delitto”: lui il Cinque Stelle l’ha vinto subito, alla prima edizione, nel 2006.