Venerdì 26 Aprile 2024

Voto di laurea con amara sorpresa Il «110» è revocato dopo un mese

In un'epoca contraddistinta dalla precarietà, anche i voti di laurea possono cambiare da un giorno all’altro. O, peggio, da un mese all’altro. È successo a due studenti dell’Accademia di Brera, diplomati con «110» a novembre e ritrovatisi a dicembre con un punteggio più basso di Luca Salvi

Un corridoio dell'Accademia di Brera

Un corridoio dell'Accademia di Brera

Milano, 20 dicembre 2014 - In un'epoca contraddistinta dalla precarietà, anche i voti di laurea possono cambiare da un giorno all’altro. O, peggio, da un mese all’altro. È successo a due studenti del corso di Nuove tecnologie per l’arte dell’Accademia di Brera, diplomati con «110» a novembre e ritrovatisi a dicembre con un punteggio più bassoIl 17 novembre era giorno di diplomi in quel di via Brera. Tra le tesi, anche un lavoro congiunto di due studenti sul proibizionismo e l’utilizzo della cannabis in Italia e nel mondo. Alla fine della discussione, ecco le strette di mano della commissione, con encomio del relatore: «110» assegnato all’unanimità ai due ragazzi.

Un mese dopo cambia tutto, come racconta R.S., 28 anni, uno dei due studenti: «Mercoledì mi ha chiamato il direttore del corso per spiegarmi che il voto è stato revocato. Avevano fatto male i calcoli. Allucinante». Da lì una serie di telefonate in segreteria per appurare i fatti. Giovedì la conferma per mail: il voto è abbassato a «107», «108» per l’altro diplomato. Il tonodel comunicato è burocratico. Il 17 dicembre «la commissione giudicatrice» aveva deciso «di attribuire il massimo del punteggio disponibile da regolamento accademico, cioè 10 punti, ai due candidati. Nel registrare il voto», veniva «commesso un errore matematico di attribuzione: “110” a entrambi», invece di «107» e «108», «poiché il loro punteggio di partenza era in effetti di “97” e “98”. Pertanto i due candidati sono cortesemente richiamati per la firma di conferma». Firmato «il presidente della commisssione Roberto Rosso (ndr, «commisssione» scritto con tre «s», ulteriore errore, stavolta ortografico). Tanti saluti e baci, neanche l’ombra di una scusa.

«Non andrò a firmare - protesta S.R. -. Mi chiedo come sia possibile che cinque commissari non si accorgano dell’errore e ci mettano un mese per comunicarcelo. Se ritardi di un solo giorno a saldare una retta, ti chiedono subito di pagare la mora». Il ragazzo non esclude il ricorso al Tar. Il presidente di commissione e direttore del corso, Roberto Rosso, ha ribadito che solo «nelle trascrizioni dei verbali ci si è resi conto dell’errore matematico. La rettifica è stata immediata». Sul mese trascorso afferma che «ci sono 600-700 tesi all’anno e solo quando si trascrivono gli atti delle commissioni si rifanno i calcoli».

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