Estorsione a Lapo Elkann, Signorini: "Quel video non l'avrei mai comprato, impubblicabile"

Oggi i giudici della sesta sezione penale hanno deciso di revocare la misura degli arresti domiciliari per Pensa che è tornato libero

Lapo Elkann

Lapo Elkann

Milano, 27 ottobre 2015 - Video ricatto a Lapo Elkan, atto secondo. "Del contenuto di quel video io ha saputo qualcosa soltanto leggendo poi i giornali, ma un servizio del genere non l'avrei mai comprato, era stato fatto in un'abitazione privata". E' quanto ha spiegato il direttore di 'Chi', Alfonso Signorini, testimoniando nel processo milanese a carico del paparazzo Fabrizio 'Bicio' Pensa imputato per tentata estorsione per la vicenda del 'video-ricatto' subito da Lapo Elkann, che lo ha denunciato e che è parte civile. Signorini, deponendo in aula, ha raccontato di essere stato contattato nell'ottobre 2014 dal titolare dell'agenzia fotografica per la quale lavorava Pensa. "Mi disse - ha spiegato - che aveva un servizio, non mi parlò di un video, si capiva che aveva fretta di concludere ma io ero fuori Milano e poi, però, non si fece più sentire". Il direttore del settimanale ha spiegato di non aver mai visto quel video e di aver saputo del contenuto soltanto quando la vicenda del presunto ricatto è emersa sui giornali. In aula ha testimoniato anche Andrea Belmonte, fotografo e «amico di Lapo», che ha spiegato che "Pensa era una scheggia impazzita, mi disse che voleva rovinare Lapo e che con quel video voleva farci 300mila euro". Il fotografo ha anche raccontato di aver subito "minacce" dal collega (ha prodotto una denuncia), dopo che lui aveva deciso di informare un collaboratore di Elkann riguardo ai tentativi da parte di Pensa  di ricattare l'imprenditore. 

Nei mesi scorsi sono stati condannati con rito abbreviato i fratelli Enrico e Giovanni Bellavista e il padre Renato a pene comprese tra 2 anni e 8 mesi e 4 anni di reclusione per le accuse di estorsione e tentata estorsione in concorso ai danni del rampollo della famiglia Agnelli. E oggi i giudici della sesta sezione penale hanno deciso di revocare la misura degli arresti domiciliari per Pensa che è tornato liberoPer la prossima udienza, fissata per il 29 ottobre, sono previsti l'esame dell'imputato e la deposizione dell'ultimo teste. Per il 5 novembre è in programma la requisitoria del pm Giancarla Serafini. 

 

IL VIDEO-RICATTO - Stando alle ricostruzione del pm Giancarla Serafini, nel giugno del 2014 l'imprenditore era stato avvicinato per strada a Milano da Giovanni Bellavista che, vedendolo in stato confusionale, lo avrebbe convinto a seguirlo a casa sua.  Qui i due fratelli avrebbero realizzato un video con un cellulare nel quale Lapo appariva seminudo e vicino a delle 'piste' di cocaina stese su un tavolo. Nei giorni successivi, i due fratelli avrebbero telefonato a Lapo Elkan chiedendo un regalo, ricevendo in cambio un pallone autografato. A quel punto sarebbe iniziato il  ricatto con la vinaccia di vendere il dieo a settimanali o di divulgarlo sul web. Ottenuta una prima tranche di 30 mila euro, i due, con la complicità di Pensa, avrebbero alzato la posta. Dopo la denuncia di Lapo, poi, sono scattati gli arresti. 

è arrivato su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro