Mercoledì 8 Maggio 2024

Verybello.it, per il sito flop di Expo lo Stato ha speso 35mila euro

Dopo una valanga da Twitter sul nome e sui problemi gestionali, nel fine settimana il portale è finito anche nel mirino degli hacker di Luca Zorloni

La pagina iniziale del sito ministeriale «Very Bello»

La pagina iniziale del sito ministeriale «Very Bello»

Milano, 27 gennaio 2015 - Il costo: 35mila euro. Iva esclusa. A tanto ammonta l’assegno che il ministero dei Beni culturali ha staccato per verybello.it, il sito che raccoglie 1.300 tra mostre, concerti, musei, spettacoli e appuntamenti in calendario in tutta Italia nei sei mesi di Expo. Lo tsunami di oltre 15mila tweet che sabato scorso, in occasione del debutto, ha travolto verybello.it, sbeffeggiato a causa del nome ma anche di alcuni nodi tecnici sulla configurazione del sito internet, ha reso urgente precisare qual è stato l’investimento pubblico. Anche perché proprio sabato il ministro Dario Franceschini aveva stimato in cinque milioni di euro gli stanziamenti per promuovere i tesori nazionali dell’arte. Senza approfondire però quanti di questi aveva incassato la Lola et Labora srl, l’agenzia di comunicazione che ha sviluppato il progetto, né quali fossero state le regole d’ingaggio.

E torniamo al costo, quindi: dal ministero spiegano che sono state invitate le società del settore «accreditate come fornitori della pubblica amministrazione», che sono «diverse decine», a rispondere a una manifestazione di interesse. Non un bando di gara, perché il valore era inferiore ai 40mila euro, soglia sotto la quale la legge permette la deroga. Ha vinto con un’offerta di 35mila l’agenzia Lola, fondata a Roma nel 2003 da Andrea Steinfl, esperienze in Rai, Swatch e Thun (si legge dal profilo Linkedin). La società, da pochi mesi con uffici anche a Milano, si è occupata di progetti per Pitti, Fiat e l’ospedale San Raffaele. Fino a «Very Bello – Viaggia nella bellezza» (questo il nome completo), che di fatto è un’agenda quasi infinita di appuntamenti culturali, riuniti in un’unica pagina che si scorre dall’alto verso il basso (suscitando critiche da esperti informatici).

Al momento il sito è online solo in italiano. Nelle prossime settimane sono attese le traduzioni in inglese, francese, spagnolo, cinese e altre lingue, che pure per molti utenti, visto che il portale si lega all’Esposizione universale, sarebbero dovute essere presenti dall’avvio. Restano però questioni aperte: alle nostre domande, né il ministero né l’agenzia ieri hanno risposto. Partiamo dal contratto sottoscritto: dalla registrazione del dominio in internet si evince che è a nome dell’agenzia Lola, su server di proprietà di Aruba, pur essende un sito ministeriale, con scadenza il 25 novembre di quest’anno. Non si capisce se, terminato Expo, che chiude i battenti il 31 ottobre, il portale andrà offline. Né è chiaro chi ci guadagnerà da quell’operazione di merchandising del marchio «Very bello» che i creatori sembrano presagire sul loro sito, dove pubblicano le immagini di magliette e buste di carta con il logo del portale.

Ancora: domenica Riccardo Luna, nominato dal governo digital champion (ossia il referente nazionale per lo sviluppo dell’agenda digitale europea), ha evidenziato che al sito mancano le regole per la gestione della privacy degli utenti, un’ottimizzazione per tutti i browser e una versione accessibile alle persone con disabilità visive. «E questo è un obbligo di legge ministro – scrive Luna –. Avete fatto un sito fuorilegge, insomma». Nel frattempo, si sono scatenati anche gli hacker: hanno tentato due attacchi nel finesettimana, senza successo.

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