Milan, il capo ultrà diventa un sorvegliato speciale: non può uscire di casa dopo le 21

La decisione del magistrato: " E' socialmente pericoloso". Venne condannato per estorsione ai danni del club di Mario Consani

La Curva Sud del Milan

La Curva Sud del Milan

Milano, 21 luglio 2014 - Divieto di lasciare il comune di residenza e obbligo di rientrare a casa tutte le sere prima delle nove. Addio trasferte con la squadra e serate allo stadio per Claudio T., 39 anni, capo ultrà del Milan e da pochi giorni «sorvegliato speciale». È forse la prima a volta che per un leader della curva calcistica scatta la misura di prevenzione applicata di solito a sospetti malavitosi ma, un paio d’anni fa, anche al fotografo dei vip Fabrizio Corona.

A giudizio del tribunale, T. è «socialmente pericoloso» come dimostrerebbero la serie di condanne penali accumulate, i precedenti di polizia, il daspo di tre anni inflittogli a suo tempo e, più di recente, una denuncia a piede libero dei carabinieri dopo una mezza rissa fuori da un locale conclusa da T. con arma alla mano.

Nel curriculum para-calcistico del leader dei Guerrieri ultras spicca in particolare la condanna anche in appello a tre anni e mezzo di carcere per estorsione ai danni della dirigenza del Milan, la vicenda che nel 2007 vide - secondo l’accusa - alcuni capi della curva ricattare la società rossonera per ottenere biglietti e altri vantaggi minacciando, in caso contrario, «di spaccare lo stadio» ma anche «di bloccare il pullman dei giocatori», come diceva lo stesso T. in una telefonata intercettata e finita agli atti del processo.

Per il tribunale, sezione misure di prevenzione, la «pericolosità sociale» del capo ultrà «si desume dall’esame dell’intera personalità del soggetto», che negli anni ha accumulato una serie di condanne per assegno a vuoto, maltrattamento di animali, ricettazione, detenzione di armi, minacce e che, nonostante il daspo e un «avviso orale» del questore avrebbe continuato a far danni anche in zona stadio. 

Ora, il leader dei Guerrieri ultras per 2 anni dovrà rispettare il “decalogo” impostogli dal tribunale, presidente Fabio Roia. Fissare la propria dimora dalla quale non potrà allontarsi (addio trasferte del Milan), non detenere o portare con sé armi, evitare sale giochi, discoteche, osterie e luoghi simili, trovarsi un lavoro e non frequentare persone che abbiano a loro volta subito condanne (come altri capi ultrà), e soprattutto «non rincasare la sera più tardi delle 21 senza comprovata necessità». Regola, quest’ultima, che in regime di gestione televisiva Sky, con il Milan impegnato quasi sempre in anticipi o posticipi serali delle 20.45, per il leader dei Guerrieri ultras significherà di fatto per due anni l’addio alla Curva sud.

di Mario Consani

mario.consani@ilgiorno.net

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