Fare lo chef, giocare a calcio: i sogni di Billy, ucciso dal padre a 16 anni

Ma la vita di Billy Alvarez,16 anni, filippino, è stata spezzata dalla furia cieca di suo padre Rowell, 43enne, che ieri all’alba lo ha colpito con dieci coltellate tagliandogli la gola dopo essersi accanito anche contro la moglie Jesusa Caronel di 49 anni e l’altra figlia Jeane di 20 anni, rimaste ferite di Marianna Vazzana FOTO - Il 16enne ucciso dal padre / I rilievi della scientifica / Il luogo della tragedia / Fiori davanti alla palazzina

Il palazzo di largo Caccia Dominioni e, nei riquadri, il piccolo Billy e suo padre, Rowell Alvarez

Il palazzo di largo Caccia Dominioni e, nei riquadri, il piccolo Billy e suo padre, Rowell Alvarez

Milano, 19 ottobre 2014 - Sognava di diventare chef, amava giocare a pallone, passava i pomeriggi all’oratorio oppure in cortile con gli amici, e avrebbe tanto voluto tornare nel suo paese, una volta diventato adulto. Ma la vita di Billy Alvarez,16 anni, filippino, è stata spezzata dalla furia cieca di suo padre Rowell, 43enne, che ieri all’alba lo ha colpito con dieci coltellate tagliandogli la gola dopo essersi accanito anche contro la moglie Jesusa Caronel di 49 anni e l’altra figlia Jeane di 20 anni, rimaste ferite. Il ragazzo ha cercato di difendere la mamma insieme alla sorella.

E dopo la mattanza, il padre – che aveva scontato una condanna per l'omicidio di un marocchino compiuto nel 2005 durante una lite ed era uscito dal carcere lo scorso 30 gennaio – e si è tolto la vita conficcandosi in gola la stessa arma. La tragedia è avvenuta in casa, in un appartamento popolare al quarto piano del palazzone popolare in largo Camillo Caccia Dominioni 1, periferia sud. «Billy frequentava il terzo anno dell’istituto alberghiero, aveva iniziato uno stage – raccontano gli amici – e in più giocava a calcio all’oratorio», quello di Santa Maria Liberatrice di via Solaroli. Un ragazzino come tanti: a settembre, su Facebook scriveva di essere preoccupato per non aver finito i compiti della vacanze. «Le parole illudono, le persone deludono» è la frase messa in evidenza dal ragazzo sullo stesso social network e che oggi sembra quasi un oscuro presagio.

«Non ce lo saremmo mai aspettati – ripetono gli amici in lacrime –, siamo sconvolti. Billy era tranquillo, molto riservato, ma non si tirava mai indietro quando si trattava di giocare. del padre sappiamo poco». Mentre la madre «si arrangia con lavoretti domestici – fanno sapere i vicini – e pulizie nelle case. in più lavora come baby sitter». Così come Jeane, la sorella. Le loro vite però non saranno più le stesse. Il padre Rowell era ritornato a casa 8 mesi fa, dopo aver scontato la sua condanna. «Il padre era arrivato dalle Filippine circa un anno fa, vivevano in un appartamento piccolo ma non si lamentavano. Come ha potuto fare una cosa simile?», dice Iden, amico di Billy, probabilmente il suo passato di omicida non gli era mai stato rivelato. «Non ci aveva mai detto nulla», continua un altro. C’è chi sottolinea gli aspetti fisici e caratteriali del ragazzo: «Aveva un fisico robusto, più del padre. A vederlo poteva incutere soggezione, ma noi sapevamo che era buono».

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