Scatta l’operazione vigilantes sui treni ad alto rischio. Ma è solo un esperimento

L’iniziativa durerà 4 mesi. La Regione stanzia 7 milioni di Gabriele Moroni

Vigilantes sui treni in servizio a Bergamo

Vigilantes sui treni in servizio a Bergamo

Milano, 2 settembre 2015 - Stazza ragguardevole. Divisa nera, pettorina verde con la scritta «Trenord Security Team» e il logo della Regione Lombardia. Professione agenti privati. Provenienza una società milanese. Compiti assistere il popolo ferroviario, fare da deterrente, sul treno e sottobordo, a violenza, scippi, borseggi, vandalismi (nel 2014 danni per 8 milioni di euro), evasione del biglietto (calcolata dal 7 al 12 per cento). Da ieri in 90 si sono aggiunti ai 63 già in servizio. Entro il 21 settembre entreranno in servizio altri 60. In tutto, a regime, 213 agenti. Operazione sperimentale per quattro mesi. Stanziamento dalla Regione 7 milioni di euro.

Presidiata la fermata di Rho Fiera sulla Milano-Varese. Visione rassicurante alla discesa dal treno: quattro agenti, due per binario. Basta una fermata per cancellare la festa babelica dell’Expo. Il silenzio, le pareti spoglie di Villapizzone rimandano il fresco ricordo del ferimento di Carlo Di Napoli, il capotreno di Trenord aggredito a colpi di machete la notte dell’11 giugno. Domenico e Antonio sono gli addetti della stazione. Sembrano due combattenti dimenticati in una giungla di rotaie e di asfalto. «C’era un vigilante. E’ stato tolto attorno a febbraio. Adesso ce ne sono due, rimangono dalle 15.30 alle 16. Poi salgono sui treni. Alle 17.45 arriva un’altra coppia fino alle 19.15. Nelle ore serali uno di noi è sempre solo. Ci sono quelli che ci chiedono il portafoglio e quelli che saltano i tornelli. Per prima cosa dobbiamo pensare alla nostra tutela fisica. La sera qui fuori ci sono dei sudamericani che fanno baldoria. Si ubriacano, vendono di tutto, dormono sul prato. Lanciano sassi contro i treni, succede anche questo. Spaccano i cestini, sono arrivati a farne fuori dieci. E’ brutto, sa, trovarsi qui, soli, la notte».

Telefonate a ferrovieri di lungo corso per avere il polso della situazione. «Le linee del Passante - dice Antonio Costa, capotreno, in ferrovia da 42 anni e sei mesi, responsabile della sicurezza per il sindacato autonomo Or.Sa. - con questi novanta in più da oggi sono più controllate. E’ una buona cosa, deve essere definitiva e non solo per quattro mesi». Dalle linee bergamasche, troppo spesso «calde», la voce di Lucia Ruggiero, rappresentante dei pendolari: «Oggi (ieri-ndr) era il mio primo viaggio dopo le ferie. Ho preso il treno delle 7.16 da Bergamo e non ho notato niente di diverso. Non sono passati i vigilantes. Non è passato neppure il controllore. Più addetti alla sicurezza possono servire. Spero solo che i soldi spesi dalla Regione non siano gli stessi che ci ritroveremo nei tagli dell’inverno». Lo scenario cambia al ritorno. Lucia invia un sms: «Stasera controllo accurato dei biglietti con supporto dei vigilantes a bordo del treno delle 19.10 da Milano per Bergamo».

Con 28 aggressioni fino a maggio la Milano-Mortara-Alessandria occupava la terza piazza nella hit parade del rischio. Fabio Petrocchi, portavoce dei viaggiatori, ha qualche freccia nella sua faretra. «Ho viaggiato per tutto il mese di agosto, senza saltare un giorno, e ho visto gli agenti privati, quelli già in servizio. Qualcuno pensava ai fatti suoi, qualcuno ha fatto il viaggio da Milano a Mortara senza mai alzarsi. Una volta c’era uno che faceva lo spiritoso con la ragazze. Attorno i soliti abituati a non pagare il biglietto viaggiavano tranquilli. Non esagero. Allora, ben vengano gli agenti privati. Sono utili. Possono essere un disincentivo alla illegalità. Se fanno il loro dovere».

gabriele.moroni@ilgiorno.net

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