Vendevano alimenti destinati ai poveri, la Croce Rossa: "Basta sciacalli, nessun perdono"

Il presidente regionale Maurizio Gussoni: è gente senza scrupoli

Truffa alimenti destinati ai poveri (frame carabinieri)

Truffa alimenti destinati ai poveri (frame carabinieri)

Milano, 3 febbraio 2016 - «Un giro d’affari di 4 milioni di euro? Quanto potremmo fare, noi, con quei soldi!». È il primo commento di Maurizio Gussoni, presidente regionale della Croce rossa italiana, nell’apprendere che una onlus “falsa benefattrice”, smascherata dai Carabinieri del Nas di Milano, faceva affari milionari insieme a distributori e grossisti vendendo la frutta destinata ai poveri. Tra gli enti da rifornire, c’era anche la Cri.

Cosa le fa più rabbia?

«Il fatto che ci sia chi, senza scrupoli, si permette di “togliere il pane di bocca” alle persone in difficoltà. Specie in un periodo come quello che stiamo vivendo, in cui anche un sacchetto di arance può fare la differenza. Quando c’era più benessere, la frutta era l’alimento più trascurato, in un certo senso, considerato alla portata di tutti. Ora è diverso, c’è bisogno anche di questo prodotto ritenuto di basso costo se rapportato agli altri alimenti. Abbiamo dei nostri comitati sul territorio che mettono a disposizione la frutta avanzata, creando un punto di consegna aperto a tutti. La gente in difficoltà viene a prenderla e non la paga. E ci sono tante persone che ne hanno bisogno. Chi non ci crede, può fare una passeggiata alla chiusura dei mercati rionali, per esempio in viale Papiniano, prima della pulizia delle strade: molti anziani, ma non solo, cercano cibo tra gli scarti».

Non vi siete accorti di nulla?

«Per noi la distribuzione di frutta è una novità. La riceviamo da pochi mesi, per il nostro centro di Bresso (tra i luoghi di accoglienza per i profughi, ndr) e questa onlus (la “Sei per Secu”, ndr) era tra i nostri fornitori. Non sospettavamo di nulla, perché la merce arrivava. E per giunta la documentazione che ci veniva consegnata era precisa. Non potevamo immaginare cosa ci fosse dietro, né le falsificazioni. Quello che è venuto a galla adesso sgomenta, il traffico che c’era dietro è folle. Come si fa a perdonare? Non penso solo alla truffa ai danni dell’Ue, ma soprattutto al danno d’immagine per le onlus e le associazioni che operano per fare del bene al prossimo e che non si sognerebbero mai di rubare nemmeno un mandarino. Quello che è successo incide sulla percezione comune, purtroppo scoraggerà molta gente a fare del bene. Di truffatori in giro ce ne sono tanti, che col loro agire criminale rovinano anche le onlus serie. Perché la gente che vorrebbe donare diventa sospettosa».

Alla Cri è capitato qualche episodio particolare?

«Sì. Abbiamo dovuto far intervenire i carabinieri più volte, perché ci arrivavano segnalazioni di persone imbattutesi in sedicenti appartententi alla Cri che chiedevano soldi. È capitato persino davanti a un cimitero, in Brianza: chiedevano offerte che a loro dire dovevano servire per comprare un’ambulanza. La gente come fa a distinguere chi fa del bene dagli approfittatori? Non può sapere chi si trova di fronte».

di M.V.

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