Foreign fighters, Fatima e famiglia a lezione di jihad su internet con "l'indottrinatrice"

Emerge il ruolo di Haik Bushra, canadese di origine siriana, che teneva lezioni con 300 donne musulmane. Ai dubbi di Fatima sul ruolo del marito, lei rispondeva: «Se tutti gli uomini dovessero pensare al mantenimento della famiglia nessuno potrebbe combattere e lo stato islamico sarebbe invaso e finito» FOTO - Fatima, il profilo Facebook / Foreign fighters, dall'Italia all'Isis

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MIlano, 2 luglio 2015 – Ci sarebbe «indottrinatrice» nelle carte dell'inchiesta della procura di Milano sulle famiglie di foreign fighter al centro dell'indagine "Martese" che ha portato all'ordinanza per due famiglie: quello di Maria 'Fatima' Giulia Sergio e del marito Aldo Kobuzi andati in Siria per combattere con l'Isis. E' una canadese, Haik Bushra, latitante, che oltre ad aver avuto un ruolo decisivo «nell'arruolamento» di Fatima e della «sorella Marianna all'interno dell'Is», avrebbe gestito 5 gruppi «di indottrinamento» via Skype con iscritte più di 300 «donne musulmane».

È quanto emerge dagli atti dell'inchiesta su un rete di terrorismo internazionale che coinvolge 10 persone. La donna, 30 anni, di origine siriana ma nata a Bologna, dove sarebbe rimasta fino al 2012 prima di andare in Arabia Saudita, avrebbe avuto «un importante ruolo di promozione dello Stato Islamico, anche via internet», gestendo e guidando «numerosi gruppi» via Skype: uno «dedicato alla dottrina e all'interpretazione del Corano»; un altro per «l'insegnamento dell'alfabeto arabo»; due, i più partecipati con 303 iscritti in totale, dedicati «alla memorizzazione del Corano»; l'ultimo per la «lingua araba».

Come scrivono i pm, tra l'altro, Maria Giulia Sergio, appena arrivata in Siria lo scorso settembre, viene «contattata» da Bushra e «nella memoria del pc in uso a Marianna», sorella di Fatima, «sono state trovate tracce di chat» con Bushra «risalenti» allo scorso agosto. Da alcune e-mail analizzate dalla Digos è emerso che Fatima, prima di partire, si preoccupava della «compatibilità tra le funzioni di marito e quelle di combattente» con riferimento ad Aldo Kobuzi. «Sai - scriveva Fatima - pensavo che un uomo dovrebbe prima salvaguardare la sua famiglia e poi partire per combattere». E Bushra rispondeva: «Se poi tutti gli uomini dovessero pensare al mantenimento eterno della famiglia nessuno potrebbe combattere e lo stato islamico sarebbe invaso e finito». Il tono delle lezioni di Bashra, riportate negli atti dell' inchiesta, era di questo tipo: «Dio l'altissimo ha voluto che con jihad, con lo sforzo armato l'Islam diventasse forte».

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