Milano, 29 gennaio 2015 - Faceva l'elettricista a Cologno Monzese. Vita laboriosa, tranquilla, integrata, quella del siriano Haisam Sakhanh. Doppia vita a parte: i violenti raid contro connazionali sospettati di essere vicini ad Assad, gente che come lui viveva e lavorava nell’hinterland. E trasferendo così, nel milanese, la guerriglia in corso in patria. Poi dell’elettricista si sono perse le tracce, quando in molti sentirono la necessità di tornare in Siria a combattere Assad. Prima che la deriva dei ribelli al dittatore scivolasse verso il sedicente Stato islamico, prima di finire nell’imbuto della jihad. E lo ritroviamo, Sakhanh, detto Abu Omar - come testimonia la foto -, tra i fucilatori di militari regolari dell’esercito siriano.
L’uomo a sinistra, giubbotto marrone, kalashnikov in mano, è l’elettricista di Cologno. La foto è eloquente: sette soldati di Assad sono a terra. In piedi sopra di loro, armi in pugno, i ribelli dell’“esercito libero siriano“ che li hanno torturati. Il comandante - l’uomo all’estrema destra che impugna una pistola - è Abdul Samad Issa: fa un proclama e inneggia alla jihad, poi tutti fanno fuoco. È l’aprile 2012 e siamo nel Nord della Siria. Sakhanh vi è appena arrivato da Cologno, dove è un semplice attivista del “Coordinamento siriani liberi di Milano“. Pochi giorni dopo è sul luogo dell’esecuzione dei militari: anche lui sparerà.
Il video, pubblicato dal New York Times, è una delle prove raccolte sulla doppia vita dell’artigiano di 41 anni. A lui e ad altri il procuratore aggiunto Maurizio Romanelli e il pm Antonio Gobbis, nell’atto di chiusura indagini, contestano l’accusa di terrorismo internazionale. Altri sette sono accusati di violenze, lesioni, danneggiamenti, con l’aggravante del terrorismo. Molti sono ormai irreperibili, Sakhanh è dato in Svezia. Ma lui non è l’unico arruolato con i ribelli di Al Nousra, falange qaedista meno feroce dell’Isis.
Con lui, nel marzo del 2012, da Cologno è partito anche Ammar Bacha, 37 anni, lasciandosi alle spalle il lavoro di serramentista. Ferito a una gamba, tornerà in Italia nel 2013. Prima di arrivare sui campi di battaglia passando per la Turchia, manifesta contro la guerra a Milano e Varese. Sakhanh, nel febbraio del 2012, ha anche guidato l’assalto all’ambasciata siriana a Roma, cosa per cui è soggetto all’obbligo di firma. Tra il giugno 2011 e i primi mesi del 2012, l’elettricista e altri partecipano ad almeno otto raid contro siriani pro-Assad: a Brugherio, Parabiago, Busto Garolfo e Cologno. Le indagini partono proprio da un blitz al bar Millennium di Cologno, distrutto a sprangate, i proprietari feriti. Almeno sei le vittime dei pestaggi: quasi tutte lasciano l’Italia e tornano in Siria. Per paura.