Terrorismo, i genitori di Fatima restano in carcere: "Consapevoli obiettivi Isis"

Secondo il gip Maria Vicidomini i genitori di Maria Giulia Sergio, foreign fighter in Siria, erano consapevoli delle finalità dell'Isis, perciò devono restare in carcere

FATIMA_6483558_163123

FATIMA_6483558_163123

Milano, 9 settembre 2015 - Sergio Sergio e la moglie Assunta, i genitori di Maria Giulia "Fatima", devono restare in carcere. Lo ha deciso il gip di Milano Maria Vicidomini che ha respinto l'istanza della difesa dei due coniugi, arrestati lo scorso primo luglio a Inzago (Milano) e accusati di essere in procinto anche loro di partire per la Siria per mettersi al servizio dell'Isis come la figlia.

Sergio Sergio e la moglie sono detenuti da oltre due mesi nel carcere milanese di San Vittore nell'ambito dell'inchiesta del procuratore aggiunto Maurizio Romanelli e del pm Paola Pirotta che ha portato anche all'arresto della sorella di Fatima, Marianna, e di altre due persone, gli zii di Aldo Kobuzi, marito albanese della 'foreign fighter' italiana. Fatima, il marito e altre tre persone sono, invece, tuttora latitanti. Gli stessi pm avevano dato parere negativo all'istanza di scarcerazione presentata dall'avvocato Erika Galati e il gip Vicidomini, in sostituzione del giudice Ambrogio Moccia che aveva emesso la misura cautelare, ha bocciato la richiesta ritenendo ancora sussistenti i gravi indizi di colpevolezza e le esigenze cautelari. Ai coniugi Sergio viene contestato il reato di organizzazione di un viaggio per finalità di terrorismo, mentre Marianna, così come Fatima, è accusata anche di associazione con finalità di terrorismo internazionale.

Come si legge negli atti dell'inchiesta, «nessun dubbio può sussistere sulla consapevolezza» dei due genitori di Fatima «di organizzare un viaggio per raggiungere l'organizzazione terroristica Stato Islamico, con pacifica conoscenza delle attività e degli obiettivi dell'organizzazione stessa». Secondo il gip Moccia, infatti, i coniugi Sergio, assieme a Marianna, erano «in partenza per la Siria» e stavano «adottando efficaci strategie per cercare di impedire l'azione di contrasto delle forze dell' ordine». La difesa della coppia, però, da quanto si è saputo, sta già lavorando per presentare una nuova istanza di scarcerazione sulla base di nuovi elementi acquisiti nelle indagini difensive.

è arrivato su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro