Terrorismo, i genitori di Maria Giulia "Fatima" chiedono la scarcerazione

La coppia è detenuta da oltre due mesi, dallo scorso primo luglio quando entrambi sono finiti a San Vittore nell’ambito dell’inchiesta della Procura di Milano che ha portato anche all’arresto della sorella di Fatima, Marianna, e di altre due persone, marito albanese della ‘foreign fighter’ italiana

Fatima Az Zahra, al secolo Maria Giulia Sergio: secondo il Viminale si è arruolata nelle milizie siriane

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Milano, 8 settembre 2015 - I genitori di Maria Giulia "Fatima" Sergio, la presunta jihadista italiana che si troverebbe in Siria a combattere, hanno chiesto, attraverso il loro legale, la scarcerazione. La coppia è detenuta da oltre due mesi, dallo scorso primo luglio quando entrambi sono finiti a San Vittore nell’ambito dell’inchiesta della Procura di Milano che ha portato anche all’arresto della sorella di Fatima, Marianna, e di altre due persone, gli zii di Aldo Kobuzi, marito albanese della foreign fighter’ italiana.

Da quanto si è saputo, l’avvocato Erika Galati, legale dei coniugi Sergio, accusati di essere in procinto anche loro di partire per la Siria per mettersi al servizio dell’Isis come la figlia e il marito (il reato che viene loro contestato è di organizzazione del viaggio per finalità di terrorismo), ha chiesto la scarcerazione, con la concessione dei domiciliari, perché mancano i «gravi indizi di colpevolezza». Secondo la difesa, poi, anche se i gravi indizi ci fossero dopo oltre due mesi di detenzione si sono «attenuate le esigenze cautelari».

Nessuna istanza, invece, è stata presentata dalla difesa per Marianna Sergio che deve rispondere, oltre che di organizzazione del viaggio a fini terroristici, anche di associazione per delinquere finalizzata al terrorismo internazionale. L’istanza per i coniugi Sergio è stata depositata al gip di Milano Ambrogio Moccia che ha emesso a luglio dieci ordinanze di custodia cautelare (anche a carico di Fatima e del marito che, come altre tre persone, sono ancora latitanti). La decisione del gip potrebbe arrivare già domani. In una delle tante conversazioni intercettate Fatima, che voleva che i genitori e la sorella da Inzago (Milano) la raggiungessero in Siria per unirsi al Califfato, diceva: «Noi qui stiamo ammazzando i miscredenti per poter allargare lo Stato Islamico». 

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