Taxi, sciopero selvaggio in Centrale: "Avanti nella battaglia contro Uber"

Blocco non autorizzato ai posteggi nel giorno delle proteste in Francia di NICOLA PALMA

La fila di clienti in attesa di un taxi (Newpress)

La fila di clienti in attesa di un taxi (Newpress)

Milano, 27 gennaio 2016 - Ce l'hanno con gli emendamenti pro-Uber. Ce l’hanno con Uber, e va da sé. E ce l’hanno pure con i loro rappresentanti sindacali: "Perché non abbiamo scioperato pure noi come i francesi?". L’insofferenza dei tassisti, una parte almeno, si è materializzata ieri poco prima delle 19: a un tratto, un manipolo di conducenti, la "base" come si autodefiniscono, ha bloccato il carico ai posteggi di piazza Luigi di Savoia, lato sinistro della Centrale. In pochi minuti, si è creata una coda di una trentina di persone: "Ma cosa fanno?", lo stupore dei passeggeri in nervosa attesa. Una sorta di sciopero selvaggio andato avanti per un paio d’ore: "È solo un’assemblea spontanea per dare un segnale". Fatto sta che la maggioranza dei padroncini in transito da quelle parti si è unita ai colleghi; quelli che invece hanno preferito continuare a lavorare hanno potuto farlo senza forzature. Da precisare che il blocco si è limitato solo a piazza Luigi di Savoia: in tutte le altre zone della città – compresi i posteggi di piazza IV Novembre e dell’aeroporto di Linate – l’attività si è svolta regolarmente. Per non creare troppi disagi all’utenza, è stato pure organizzato un servizio speciale per anziani e disabili, identico a quello previsto nei giorni di sciopero.

Così è andata in scena l’ennesima agitazione non autorizzata della categoria, dopo i serpentoni di auto bianche degli scorsi mesi e i cinque giorni di blocco del maggio 2014. Alcuni ci avevano già provato in mattinata: l’obiettivo era andare in corteo dalla Centrale alla sede del Satam in via Messina, ma l’esiguità dei partecipanti ha sconsigliato la partenza. Alla fine, la protesta è arrivata in serata: "Non potevamo stare fermi...", dicono tutti. E il pensiero va ai padroncini d’Oltralpe, che ieri hanno messo letteralmente a ferro e fuoco Parigi. Senza dimenticare i conducenti di Firenze e Napoli, anche loro in sciopero. "Siamo preoccupati – ripetono –. Gli emendamenti in discussione al Senato rischiano di metterci definitivamente in ginocchio: dove sono i sindacati?". Il riferimento è ad alcune modifiche al ddl Concorrenza, che, a dire dei conducenti, favorirebbero gli Ncc e in particolare la piattaforma web Uber. "Andremo avanti con la lotta, questo è solo l’inizio", il grido di battaglia prima di rimettersi al volante.

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