Tassista ucciso dopo una lite, compagna dell'imputato: "Stavo per essere investita"

In aula ha risposto alle domende dei pm la convivente di Davide Guglielmo Righi, il consulente informatico che quel giorno ha provocato la morte di Alfredo Famoso, colpendolo al volto con una confezione di bottiglie di plastica. Sono stati sentiti anche alcuni testimoni

Piazzale Bacone, dove è avvenuta la lite mortale per il tassista Alfredo Famoso (riquadro)

Piazzale Bacone, dove è avvenuta la lite mortale per il tassista Alfredo Famoso (riquadro)

Milano, 23 settembre 2014 - E' iniziata questa mattina l'udienza del processo per la morte del tassista Alfredo Famoso, finito in coma dopo una lite per la precedenza, in via Morgagni, il 23 febbraio scorso. "Se il mio compagno non mi avesse messo una mano sul petto per trattenermi, io sarei andata avanti", finendo sotto il taxi. Lo ha dichiarato dal banco dei testimoni la compagna di Davide Guglielmo Righi, il consulente informatico che quel giorno ha provocato la morte del tassista, colpendolo al volto con una confezione di bottiglie di plastica nel corso di una lite stradale perché la vittima alla guida del suo taxi non avrebbe rispettato la precedenza dei pedoni che stavano attraversando sulle strisce pedonali.

Il 49enne è accusato di omicidio preterintenzionale con l'attenuante della provocazione e l'aggravante dei futili motivi, perché secondo l'autopsia disposta dal pubblico ministero Maria Teresa Latella a causare la morte del 68enne è stata la conseguente caduta prima contro la ruota di scorta di un suv e poi sull'asfalto, dove ha battuto la nuca. Francesca, la compagna di Righi, all'epoca era all'ottavo mese di una gravidanza che stava per essere indotta dai medici. Oggi ha scelto di rispondere alle domande di accusa, difesa e parti civili, pur potendo avvalersi della facoltà di non rispondere in quanto convivente dell'imputato. E ha reso davanti ai giudici della prima corte d'assise una deposizione a tratti contraddittoria, forse a causa dell'evidente agitazione, rispondendo alle domande del pm utili a capire se lei e il compagno avessero già impegnato l'attraversamento quando è sopraggiunto il taxi, se Righi ha colpito volontariamente la macchina con le bottiglie perché non gli aveva dato la precedenza, se la velocità del taxi era elevata, se Famoso ha minacciato Righi una volta sceso dalla macchina lamentando che gli aveva rotto uno specchietto, se il 68enne è caduto battendo mortalmente la testa perché è inciampato in uno ostacolo, se il consulente informatico si fosse messo a disposizione dell'autorità inquirente o meno. 

Quella sera "stavamo tornando a casa dopo aver fatto la spesa - ha raccontato -. Abbiamo attraversato strada. Avevamo due bottiglie d'acqua (i testi dicono 4, ndr). Eravamo sulle strisce pedonali e ho sentito Davide che mi fermava mettendomi una mano sul petto e poi ho visto il tassista passare. Quindi ho visto la bottiglia che volava sopra la macchina e cadeva e Davide che la raccoglieva". Secondo la donna, Famoso ha inchiodato l'auto dieci metri più in là e poi è sceso gridando "Dove andate? Dovete pagare lo specchietto". "Io ero congelata - ha proseguito la teste -. Ho visto il tassista avvicinarsi e Davide fare un passo verso di lui e ho urlato. Poi ho visto le braccia di Davide alzarsi e le bottiglie colpire il signore". Al pm che le ha chiesto se Famoso avesse cercato di colpire il suo compagno, la donna ha risposto: "No, ho visto che gli andava incontro, lo stava rincorrendo dicendo 'Mi devi pagare lo specchietto'. Poi ho visto il tassista fare uno o due passi indietro, poi inciampare, scivolare non lo so, è andato a finire contro la ruota della jeep ed è caduto al suolo". A quel punto, secondo la convivente dell'imputato, lei Righi e gli altri pedoni presenti erano a bocca aperta: "Davide mi ha detto di andare a casa. Continuava a dire che secondo lui il tassista stava fingendo. Io mi sono avvicinata perché la gente diceva 'Oddio è morto'. Io lo chiamavo, dicendo 'Signore signore'. Poi visto che chiamavano i soccorsi e siamo andati a mangiare la pizza".

L'udienza di oggi è stata dedicata anche alle deposizioni degli altri testimoni oculari, tra cui una coppia che stava impegnando l'attraversamento accanto a Righi e alla sua compagna, nonché una donna che si trovava sull'auto subito dietro il taxi guidato da Famoso al momento della lite. Secondo gli altri testi, Righi e la compagna si trovavano ancora sul marciapiede quando Famoso ha superato le strisce pedonali e il consulente informatico ha colpito la sua auto con la confezione di bottiglie di plastica perché non si era fermato per dare la precedenza. "L'uomo della coppia al nostro fianco aveva una confezione d'acqua con credo 4 bottiglie - ha detto un teste -. Probabilmente per la mancata precedenza scarica la confezione sullo sportello anteriore sinistro del taxi". Secondo il teste, quando Famoso è sceso dal taxi, Righi gli avrebbe detto: "La prossima volta impari". La donna che si trovava sull'auto dietro il taxi, ha riferito che quando Famoso è caduto a terra Righi "all'inizio è rimasto sul posto, non mi sono accorta quando se n'è andato. Tutti siamo rimasti scioccati dal fatto che il tassista era caduto e non si rialzava. Anche la persona che ha tirato la bottigliata si aspettava che si rialzasse, poi non è accaduto e se n'é andato. L'imputato non ha soccorso il tassista e non ha verificato le sue condizioni. Però è stato fermo, non è scappato. Poi dopo ci siamo accorti che non c'era più".

Il processo è stato rinviato al 16 ottobre quando sono previsti l'esame dell'imputato, la requisitoria del pm e la discussione dell'avvocato di parte civile. Un'altra udienza è fissata per il 19 novembre.

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