Tangenti, spunta una lettera anonima. Rozza: la girammo subito in procura

Ad aprile 2014 arrivò una segnalazione su diverse gare truccate di Giambattista Anastasio

Palazzo Marino, sede del Comune di Milano

Palazzo Marino, sede del Comune di Milano

Milano, 6 ottobre 2015 - Una lettera inviata all’assessore comunale ai Lavori pubblici, Carmela Rozza, da «R.Ete. Imprese Italia» (questo almeno si leggeva nell’intestazione) segnalava già il 17 aprile del 2014 «presunti accordi tra imprese per l’aggiudicazione degli appalti 1, 17, 18, 19, 20 e 38» datati lo stesso anno. A rivelarlo è stata proprio la Rozza, ieri nel corso della sua audizione in Consiglio comunale sull’inchiesta che ha portato all’arresto di un ex dirigente comunale, Luigi Mario Grillone, e di due impiegati di Palazzo Marino, Angelo Russo e Giuseppe Amoroso, oltre che dell’imprenditore Marco Volpi. Altri quattro dipendenti dell’amministrazione di piazza Scala figurano poi tra gli indagati. Quel che la Rozza sottolinea, però, è che «tale lettera è stata immediatamente girata all’autorità nazionale anticorruzione e alla procura della Repubblica che, da allora, ha potuto monitorare, col puntuale invio di carte da parte degli uffici comunali, le gare» indette e aggiudicate da Palazzo Marino. «Non siamo rimasti sordi a questa segnalazione, anzi» rivendica l’assessore. Risultato? Alcune gare sono poi effettivamente finite con l’esito previsto nella lettera. Tra gli appalti sospetti in essa segnalati c’era anche quello per il recupero del convitto del parco Trotter di via Padova infine vinto dalle associate Consorzio Milanese Scarl e Professione Edilizia Srl: sì, proprio le imprese per le quali lavoravano, occultamente e no, Grillone,Volpi, Russo e Amoroso. Tuttavia i nomi di coloro che, un anno e mezzo più tardi, sarebbero finiti in manette non pare comparissero in quella missiva. Però di buona plausibilità se letta col senno di poi.

L’assessore ha fatto sapere, inoltre, che degli appalti i coinvolti nelle indagini, due sono stati oggetto di recesso in danno da parte del Comune per motivi che con l’indagine nulla hanno a che fare. Anzi, entrambe le revoche sono precedenti alla formalizzazione dell’inchiesta e sono state prese dalla Centrale unica appalti perché «l’impresa che si è aggiudicata i lavori, la Fin.se.co Spa, non li ha svolti». Per l’esattezza, il primo appalto riguardava la realizzazione di un centro comunale per disabili in piazza Turr, base di gara di 7,8 milioni, assegnato il 27 maggio 2011. Il secondo riguardava il laboratorio di quartiere di Ponte Lambro, per 5,9 milioni, aggiudicato il 27 luglio 2011. La Rozza rivendica, ancora, l’alto profilo col quale lavorano gli uffici comunali: «Il sistema adottato dalla nostra Centrale unica appalti per le gare con procedura negoziata per Expo è stato proposto da Raffaele Cantone e dal prefetto Gabrielli per il Giubileo» rivela l’assessore. «Per Expo sotto l’egida della semplificazione abbiamo trattato 37 gare a procedura negoziata, a invito, con sorteggio e con sistema telematico di tracciabilità». Per la Rozza è, questo, uno degli strumenti messi in campo dall’amministrazione contro la corruzione, così come «il Piano di prevenzione, triennale e aggiornato ogni anno, e la piattaforma per il whistleblowing, quella che consente ai dipendenti di Palazzo Marino di fare segnalazioni online di eventuali illeciti e irregolarità con la garanzia del totale anonimato». 

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