Sabato 20 Aprile 2024

Lo Stato chiede alla Regione il sacrificio di 930 milioni: si comincia dai tagli ai trasporti

A rischio 18 aziende e ai Comuni 155 milioni in meno di Giambattista Anastasio

Autobus (foto repertorio)

Autobus (foto repertorio)

Milano, 11 dicembre 2014 - Se il taglio di 155 milioni di euro ai fondi per i mezzi pubblici paventato dalla Regione dovesse diventare realtà, le prime a farne le spese saranno le 18 aziende di trasporto lombarde i cui contratti con i Comuni scadono il 31 dicembre 2014, tra soli 20 giorni. È proprio da qui che partiranno le sforbiciate. Del resto, il meccanismo è semplice quanto spietato: lo Stato toglie risorse alla Regione, la Regione per far quadrare i conti toglie risorse ai Comuni e i Comuni sono costretti a rivedere al ribasso gli accordi con i quali hanno affidato i servizi della mobilità alle varie società, spesso controllate o partecipate dalle stesse municipalità.

Nell'elenco dei contratti in scadenza rientrano, allora, le aziende che servono Bergamo (Consorzio Atb, Bts, Bte e Bto), Brescia (Brescia Trasporti, Saia, Sav, Sab e Fnma), Como (Stecav), Lecco (Lecco Trasporti Scarl), Lodi e Pavia (Line, Star e Forti), Sondrio (Stps e Perego) e, infine, Varese (Ctpi Scarl e Glc). Una giungla di acronimi che vale, però, la bellezza di 90,6 milioni di passeggeri trasportati ogni anno, tra città e immediato hinterland. «I tagli paventati dalla Regione – fa sapere Gianni Scarfone, presidente lombardo di Asstra, l’associazione delle società di trasporto – sono insostenibili. I mezzi pubblici lombardi perderebbero di colpo il 12% dei fondi assicurati da Palazzo Lombardia e questo ridimensionamento avverrebbe in un momento in cui si dovrebbe andare nella direzione opposta, anche per effetto dell’Expo e dei milioni di visitatori attesi in quei sei mesi del 2015». Non solo: «Le aziende di trasporto lombarde hanno già da tempo adottato politiche di contenimento dei costi, hanno svecchiato il parco mezzi e purtroppo hanno già ridotto le corse. Ma oltre non si può più andare».

Già, «Brescia Trasporti» nel 2013 ha tagliato i percorsi dei propri mezzi di 886mila chilometri annui, bissando il taglio operato già nel 2012 e pari a 268mila chilometri, sempre su base annua. E si tratta dell’azienda che, tra le 18 in scadenza, può vantare il maggior numero di passeggeri trasportati all’anno, ben 35 milioni.

I bilanci delle aziende di trasporto lombarde, benché siano spesso modelli di eccellenza, sorridono poco. L’Azienda di Trasporto di Bergamo (Atb) è riuscita a chiudere il 2013 con un utile di 755mila euro, vero. Ma era reduce da 8 anni di perdite. Ancora più risicato l’utile rimediato da «Brescia Trasporti» nello stesso anno: 328.523 euro. Un altro mondo, rispetto al 2008, quando fu possibile mettere nero su bianco utili per 2,5 milioni di euro. «C’è il rischio che si perdano 2mila posti di lavoro solo in Lombardia – avvisa ancora Scarfone –. Su un totale di neanche 20mila addetti». Tante sono le persone occupate nel settore dei trasporti nella nostra regione. «Il Governo e la Regione devono rivedere completamente l’ottica dei tagli – conclude il presidente lombardo di Asstra –. Questa volta i mezzi pubblici devono esserne risparmiati». Ancora più netto Pierfrancesco Maran, assessore alla Mobilità del Comune di Milano: «Non possiamo neppure prendere in considerazione l’ipotesi di rinunciare a 155 milioni di contributi perché significherebbe mettere a repentaglio due terzi del servizio offerto in Lombardia».

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