Lunedì 6 Maggio 2024

Che pasticcio in Provincia: tagli ai dipendenti, dietrofront e tanta confusione

Da Milano a Sondrio passando per Lodi e Bergamo, dal primo gennaio sono 2.731 i dipendenti a rischio in tutta Lombardia di Rossella Minotti

Una protesta dei dipendenti della Provincia di Milano

Una protesta dei dipendenti della Provincia di Milano

Milano, 18 dicembre 2014 - A febbraio erano seimila i dipendenti a tempo indeterminato delle Province lombarde che non sapevano nulla del loro destino dopo l’approvazione della riforma che ne decretava il taglio trasformandole in enti di area vasta. Oggi i dati ci parlano di oltre diciannovemila persone in Italia, e quasi tremila (esattamente 2731) in Lombardia, che rischiano di restare a casa o che vanno ricollocate, cosa non facile. Il quadro è sconfortante, e non solo a Milano. Nella Provincia di Lodi i dipendenti attuali sono 85, ma con quelli che già sono fermi siamo a 98. «La partita è ancora tutta da giocare - dichiara un ottimista neo presidente Mauro Soldati, eletto alla fine di settembre -. Dobbiamo aspettare le decisioni della Regione che potrebbe lasciare al nuovo ente tutte le competenze e non solo quelle che la Delrio prevede. In questo caso però il Pirellone ci deve dare risorse economiche». Meglio a Pavia, dove i dipendenti sono 212, ma gli esuberi in base alla riforma sarebbero “solo” 106. Anche qui nei giorni scorsi i lavoratori sono scesi in piazza. «Il nostro timore più grande - dicono - è essere spostati in città troppo lontane». A Monza, dove la Provincia creata di recente praticamente non ha mai avuto una sede, si aspetta un taglio del 50 per cento: 140 dipendenti e 3 dirigenti. A Bergamo, dove i lavoratori di troppo sono 299 su 570, l’ente dovrà arrivare a tagliare nel 2017 37, 5 milioni di stipendi. La scure cala soprattutto su Milano, dove il segno meno è per 499. Poi 122 a Lecco, 185 a Como, 399 a Brescia, 190 a Mantova, 262 a Varese. A Sondrio risultano 93 gli esuberi su 187 dipendenti.Tagli previsti, ma non per questo meno dolorosi.