Centinaia di supplenti da mesi senza stipendio: «Non ce la facciamo più»

Gli istituti hanno esaurito da tempo il budget, fondi stanziati in base ai trend degli anni precedenti ma quest'anno la domanda è maggiore di Luca Salvi

Scuola (immagine di archivio)

Scuola (immagine di archivio)

Milano, 17 dicembre 2104 - Da ottobre non prendono più lo stipendio. Alcuni, addirittura da settembre. Nonostante tutto, continuano ad andare in classe e a svolgere il proprio dovere, «anche se non arriviamo a fine mese», protestano. Sono i supplenti della scuola pubblica milanese. «A Milano la situazione riguarda centinaia di precari – denuncia il sindacato Cisl – e tante scuole hanno già finito il budget per pagarli». Succede negli istituti comprensivi di via Vespri Siciliani e di via Scrosati, nelle primarie di via Stoppani e, in provincia, nelle scuole di Bresso, Paderno Dugnano, Cinisello. Sono solo alcune delle scuole milanesi - principalmente materne e primarie - che da due o tre mesi hanno sforato il budget messo a disposizione dai ministeri delle Finanze e dell’Istruzione per pagare le supplenze brevi e temporanee. Da allora, gli insegnanti chiamati a sostituire gli assenti non hanno più visto lo stipendio: 1.250-1.300 euro al mese. I sindacati stanno ricevendo centinaia di segnalazioni.

«Non so più come andare avanti – racconta Elisa Bonafede, per due mesi dietro la cattedra all’istituto “Costa” di Cinisello Balsamo, ora alla primaria “Perasso” di via San Mamete a Milano – perché se non mi pagano rischio di non riuscire più a pagare l’affitto o l’abbonamento Atm. Ho dovuto chiedere una mano ai miei genitori». La maestra aspetta gli arretrati di ottobre e novembre a Cinisello. «Chiamo a scuola e mi dicono di rivolgermi al Ministero. Che mi risponde di contattare la scuola. Questo scaricabarile riguarda decine e decine di colleghi». Per le supplenze, ogni scuola riceve da Roma, tra settembre e ottobre, fondi stanziati in base al trend degli anni precedenti. Ma quest’anno, dopo la riapertura delle graduatorie» per le assunzioni anche a docenti da fuori provincia, «sono aumentati i casi di insegnanti arrivati a Milano – spiega Massimiliano Sambruna, segretario Cisl Scuola Milano – per un impiego a tempo indeterminato ma mai entrati in servizio, causa maternità, malattie, permessi o congedi per assistenza a familiari. Così è aumentata la necessità di supplenti». E molte scuole hanno finito i soldi. La soluzione, forse, è arrivata in extremis. L’ultimo Consiglio dei ministri avrebbe promesso i soldi per pagare le supplenze.