Venerdì 19 Aprile 2024

Tafferugli in corso Magenta, condannati quattro studenti

Quattro giovani sono stati condannati per gli scontri di due anni fa, pene dai sei ai nove mesi con sospensione condizionale. Mazze da baseball e bastoni negli scontri con la polizia davanti alla Commissione europea

L'esterno del Tribunale di Milano

L'esterno del Tribunale di Milano

Milano, 28 novembre 2014 - Per i tafferugli in corso Magenta di due anni fa sono stati condannati quattro studenti. Le pene vanno dai sei mesi (e quindici giorni) ai nove, ma con sospensione condizionale e non menzione. I giovani si erano scontrati con le forze dell'ordine il 14 novembre 2012, davanti al palazzo delle Stelline, sede della Commissione e del Parlamento europeo a Milano, durante un corteo contro i tagli al welfare e a sostegno della scuola pubblica. Agli scontri avevano partecipato anche dei minorenni giudicati dal tribunale competente.

La sentenza è stata emessa dal giudice Angela Laura Minerva dalle decima sezione penale. I quattro rispondono di resistenza e violenza a pubblico ufficiale perché "in concorso tra loro, con persone di minore età (per i quali si procede separatamente) e con soggetti allo stato non identificati, usavano violenza nei confronti di appartenenti alla polizia di stato, in servizio di ordine pubblico, disposti a protezione della sede della Commissione europea sita in Milano in corso Magenta".

Fra i vari gesti contestati nel capo di imputazione firmato dal pm Grazia Pradella c'è l'aver scagliato "con forza una torcia illuminante e un altro oggetto (verosimilmente un sasso) contro le forze dell'ordine". Un altro, "con il volto travisato, lanciava un oggetto contro gli agenti della polizia di stato e accendeva e scagliava contro i medesimi una torcia illuminante, brandendo un bastone di 30-40 centimetri circa". Il terzo "con il volto travisato, mediante un casco da motociclista, colpiva ripetutamente e violentemente più appartenenti alle forze dell'ordine, tanto da determinare la rottura dello scudo protettivo in dotazione a uno degli agenti". L'ultimo "con il volto travisato, mediante una mazza da baseball, sferrava svariati colpi all'indirizzo di più appartenenti alle forze dell'ordine componenti il predetto cordone di protezione".

Dall'aver partecipato in modalità diverse alle varie azioni sono state calcolate pene di diversa consistenza, che comprendono a vario titolo anche le accuse di danneggiamento, getto pericoloso di cose e violazione della legge sulle armi per aver portato in manifestazione un bastone, una mazza da baseball e un casco da motociclista.