Uccise una badante strangolandola, confermata condanna a 20 anni

La scoperta dell'omicidio risale a novembre 2012, in piazzale Lagosta. La vittima era stata trovata legata mani e piedi e con la testa infilata in un sacchetto

La polizia davanti all'appartamento di piazzale Lagosta

La polizia davanti all'appartamento di piazzale Lagosta

Milano, 21 ottobre 2014 - Confermata in appello la condanna a 20 anni di reclusione inflitta in primo grado a Vincenzo Vergata, l'uomo accusato di aver ucciso una badante originaria di Capo Verde, dopo averla legata mani e piedi e averle infilato la testa in un sacchetto, strangolandola nel suo appartamento in piazzale Lagosta a Milano. Era il 20 novembre 2012. La vittima era stata ritrovata nuda in una posizione che aveva fatto subito pensare all'ipotesi di un "rituale sadico". Vergata, poche ore dopo il delitto, era stato arrestato dalla polizia per una rapina in un supermercato e gli agenti, perquisendo il suo appartamento, avevano trovato il cadavere.

Oggi i giudici della seconda Corte d'Assise d'Appello di Milano, accogliendo la richiesta del sostituto pg Maria Elena Visconti, hanno quindi confermato i 20 anni per l'omicidio, riducendo invece l'ulteriore condanna inflitta in primo grado per la rapina da 5 anni e 4 mesi di reclusione a 4 anni. Il legale di Vergata, l'avvocato Barbara Carraro, che ora valuterà il ricorso in Cassazione, aveva chiesto l'assoluzione perché l'uomo "non ha mai commesso il fatto e non sono mai stati trovati riscontri di un suo coinvolgimento nell'omicidio".

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