Strage di via Palestro, Sala: "Dopo 23 anni rimane attentato oscuro" / FOTO

Durante la cerimonia di commemorazione, il sindaco di Milano ha ricordato che "la vicenda non ha ricevuto verità giudiziaria"

Il sindaco Sala alla commemorazione della strage di via Palestro

Il sindaco Sala alla commemorazione della strage di via Palestro

Milano, 27 luglio 2016 - Sono passati ventitrè anni esatti dalla notte della strage di via Palestro: era il 27 luglio del 1993. Poco dopo le 23 un vigile urbano notò del fumo uscire da una "Fiat Uno" parcheggiata in via Palestro vicino alla Galleria d’Arte Moderna e del Padiglione d’Arte Contemporanea, il Pac, i vigili del fuoco accertarono la presenza di un ordigno, ma non fecero in tempo ad allontanarsi: alle 23,14 la bomba esplose uccidendo tre pompieri (Carlo La Catena, Sergio Pasotto e Stefano Picerno), l’agente della Polizia Municipale, Alessandro Ferrari e un immigrato che dormiva su una panchina nei vicini giardini pubblici, Moussafir Driss.

Milano non dimentica. "Sembra assurdo, come dopo tanti anni, non si sia ancora arrivati a nulla. Io credo che sia doveroso, nei confronti delle famiglie, provarci ancora e non mi stanchero' di invitare a continuare a perseguire la verita'. Per cui noi faremo sempre la nostra parte e insisteremo", ha detto il sindaco di Milano Giuseppe Sala, a margine della commemorazione. Durante la cerimonia, Sala ha ricordato che "la strage di via Palestro non ha ricevuto verità giudiziaria" e "23 anni dopo, via Palestro è uno ancora uno degli attentati piu' oscuri. Mandanti ed esecutori non hanno saldato il conto con la giustizia. Il Comune di Milano si è costituito parte civile, come tutti i procedimenti contro le mafie". Il 27 luglio del 1993, "la mafia colpiva Milano con autobomba via Palestro e quel boato assordante scosse Milano dal centro alle periferie, risvegliando la coscienza civile sulla violenza con cui si e' voluto colpire questa citta' e sui significativi vuoti di cultura", continua il sindaco. "Il 1992/1993 e' ricordato come il biennio delle stragi che ha segnato il triste sviluppo dell'azione delle cosche, gia' indebolite, e che, per questo, aumentano la potenza di fuoco contro istituzioni e cittadini. Un' intera rete nazionale organizza un'azione sistematica contro i cittadini e contro il sistema democratico e istituzionale", ha spiegato. 

"Un calendario di morte a cui Milano rispose con partecipazione straordinaria con un forte e convinto 'no' all'attacco della mafia", ha aggiunto. E ancora: "Dalle istituzioni ai quartieri ai cittadini è arrivato un 'no, noi non siamo cosi', non siete l'Italia'. Ciò che vogliamo essere sono amore, liberà, bellezza, cultura e da qui è partita la riscossa Milano che non venne compresa subito ma, da alcuni anni, l'opera delle istituzioni e' cambiata, c'e' una nuova consapevolezza politica e culturale, una scelta di collaborazione e strumenti nuovi di amministrazione e trasparenza. Attacchiamo la malattia con una formazione culturale efficace, prevenzione e repressione rapida. C'è ancora molto da fare ma la cura eèquella giusta". sala ha concluso: "Milano è sempre dalla parte della liberta', ha un'invincibile intolleranza agli attacchi alla liberta' e alla democrazia. Questo padiglione di arte contemporanea è stata la migliore risposta di Milano alle cosche, la vita e la liberta' culturale contro i progetti di morte. Il nostro essere qui, oggi, ha il senso di un continuo impegno per far crescere la citta' e di amore per la libertà, per ribadire no alle mafie". 

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