La strage di via Palestro 23 anni fa. Giornata-evento per non dimenticare

Al Pac apertura straordinaria fino a mezzanotte e ingresso ridotto

Il Padiglione distrutto dalla bomba

Il Padiglione distrutto dalla bomba

Milano, 27 luglio 2016 - Dalla notte della strage di via Palestro sono passati ventitrè anni esatti, era il 27 luglio del 1993. Poco dopo le 23 un vigile urbano notò del fumo uscire da una "Fiat Uno" parcheggiata in via Palestro vicino alla Galleria d’Arte Moderna e del Padiglione d’Arte Contemporanea, il Pac, i vigili del fuoco accertarono la presenza di un ordigno, ma non fecero in tempo ad allontanarsi: alle 23,14 la bomba esplose uccidendo tre pompieri (Carlo La Catena, Sergio Pasotto e Stefano Picerno), l’agente della Polizia Municipale, Alessandro Ferrari e un immigrato che dormiva su una panchina nei vicini giardini pubblici, Moussafir Driss. Le indagini accerteranno che l’esplosivo, 90 chili di tritolo tratto da ordigni bellici, era stato portato qualche giorno prima nel sottofondo di un camion dalla Sicilia ad Arluno nel milanese e poi messo nell’auto rubata qualche ora prima dell’attentato. Milano non dimentica, il mondo delle istituzioni e della cultura ricordano, oggi, le vittime con una giornata-evento e una apertura straordinaria. Alle 10, di rito, il sindaco Giuseppe Sala parteciperà alla cerimonia di commemorazione. Con lui saranno presenti l’assessore alla Sicurezza Carmela Rozza e l’assessore alla Cultura Filippo Del Corno. In occasione quindi dell’anniversario della strage, ma anche dell’anno in cui ricorre il ventennale della riapertura del Padiglione (inaugurava il 16 luglio 1996 interamente ricostruito), il Pac resterà aperto fino a mezzanotte con la mostra "CUBA. Tatuare la storia", cui si potrà accedere con un biglietto speciale di 4 euro. Alle 19, visita guidata gratuita del curatore Diego Sileo. Una occasione importante per ricordare la storia, visitare la mostra e un museo che si è sempre posto come avanguardia sulla contemporaneità dei linguaggi artistici. Costruito sulle rovine di guerra accanto alla Villa neoclassica, su disegno di Ignazio Gardella, il Padiglione di arte contemporanea non è mai stato un museo tradizionale, nell’accezione conservativa. Nato come spazio flessibile, agile, aperto alla ricerca, permeabile alle esplorazioni: "È sempre stato uno spazio d’élite per mostre alte, ricercate, appuntamenti culturali e mondani", ha detto l’assessore Filippo del Corno.

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