La stazione centrale di Milano: tre cose che dovete assolutamente sapere

Come tanti luoghi della città, anche la stazione centrale nasconde curiosità e storie spesso sconosciute ai più. Noi ve ne raccontiamo tre: pronti ad ascoltarle?

Fonte: Wikipedia

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Milano, 21 luglio 2016 - Con il suo bianco abbagliante che si staglia contro il cielo di Milano, la stazione centrale è la terza in Italia per numero di passeggeri dopo Roma Termini e Torino Porta Nuova. Inaugurata nel 1931 e costruita per sostituire la vecchia stazione che sorgeva in Piazza della Repubblica, ormai congestionata dal traffico ferroviario, venne definita dall’architetto Ulisse Stacchini “cattedrale in movimento”. Come tanti luoghi di Milano, anche la stazione di Piazza Duca d’Aosta nasconde curiosità e custodisce storie sconosciute a molti.

Noi ve ne raccontiamo tre: pronti ad ascoltarle?

 Un inizio difficile

Nel 1911, vinse il secondo bando di concorso l’architetto Ulisse Stacchini con il progetto In motu vita. L’aumento vertiginoso dei costi a causa delle decorazioni e alcune divergenze con le Ferrovie dello Stato, portarono a indire un terzo concorso, ma il lavoro di Stacchini era molto apprezzato negli ambienti milanesi e alla fine la spuntò. Intanto, però, era scoppiata la guerra e i lavori iniziarono solo nel 1924, su modello della stazione di Washington. Ispirata dalla monumentalità e dal gigantismo apprezzati durante il Ventennio fascista, la stazione ostenta uno sfarzo che in realtà nasconde l’utilizzo di materiali poveri: le parti alte delle pareti sono in cemento, mentre il marmo è destinato solo alle zone più basse. Gli stessi elementi decorativi sono in gesso o in cemento.

 La dedica a santa Francesca Cabrini

 Nel 2010 la stazione è stata dedicata a una santa, Francesca Cabrini. Nata a Sant’Angelo Lodigiano nel 1850, la missionaria italiana naturalizzata statunitense è stata la fondatrice della congregazione delle Missionarie del Sacro Cuore di Gesù, la prima totalmente autonoma, cioè non dipendente da un omologo ramo maschile. Nel 1944, Francesca Cabrini fu anche la prima americana a essere proclamata santa: era arrivata negli USA nel 1889 per prestare assistenza agli immigrati italiani e aveva preso la cittadinanza statunitense nel 1909.

Francesca fu una viaggiatrice instancabile. Affrontò ventotto traversate atlantiche e l’attraversamento delle Ande per raggiungere Buenos Aires partendo da Panama. Dalla costa, raggiunse le parti più interne del Nuovo Continente, operando in sette Paesi e oltre ottanta istituti. Costruì asili e scuole, convitti per studentesse e orfanotrofi, passando per case di riposo e ospedali a New York e Chicago. Imparò lo spagnolo e a cavalcare muli per superare i valichi più impervi e raggiungere tribù alle quali nessun bianco si era avvicinato.

Su una lapide nella stazione milanese si legge: “Da questi binari tante volte si avventurò per le strade del mondo Francesca Cabrini, Santa per la fede cattolica, apostola di solidarietà per tutte le genti in cammino”.

Qualcuno ha però fatto notare che la santa era morta nel 1917, quattordici anni prima che la stazione entrasse in funzione…

 

Il binario 21

Sempre nel 2010 è stato lanciato un progetto per restaurare l’area del binario 21 e crearvi un memoriale della Shoah. Infatti, da quello che all’epoca era il binario 1, il 30 gennaio 1944 partirono per il campo di concentramento di Auschwitz circa 650 ebrei, prima imprigionati nel carcere di San Vittore: solo venti riuscirono a sopravvivere. Non si trattava della prima deportazione: il 6 gennaio 1943 circa 250 cittadini ebrei erano stati trasferiti e un terzo viaggio ebbe luogo nel maggio del 1944. I prigionieri vennero condotti al binario attraverso l’ingresso laterale di via Ferrante Aporti, fra loro anche tanti bambini.

Il memoriale, promosso dalla Fondazione Memoriale delle Shoah presieduta da Ferruccio De Bortoli, è stato inaugurato il 27 gennaio 2013.

«Noi siamo usciti da Auschwitz, ma Auschwitz non è mai uscito da noi», ha detto Goti Bauer, deportata quando aveva 14 anni.

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