Inter-Betis, con Icardi è buona anche l’ultima

Vittoria di misura A una settimana dall’esordio in A basta un rigore dell’argentino per battere il Betis

Mauro Icardi, 24 anni, ieri sera alla prima partita dal 1’ in pre-campionato. A sinistra il tecnico nerazzurro Luciano Spalletti, 58 anni

Mauro Icardi, 24 anni, ieri sera alla prima partita dal 1’ in pre-campionato. A sinistra il tecnico nerazzurro Luciano Spalletti, 58 anni

Lecce, 13 agosto 2017 - L'utlimo test pre-campionato dell’Inter finisce con un altro successo per gli uomini di Luciano Spalletti, a una settimana dall’inizio della Serie A. Basta una rete di Icardi su calcio di rigore, a metà della prima frazione, per battere un Betis che si rivela ostacolo complicato da superare (ha appena sconfitto il Milan). Nonostante il risultato, Spalletti non può essere pienamente soddisfatto della prestazione. L’Inter resta a guardare un avversario che sa come far circolare il pallone, nonostante le difficoltà dovute alle condizioni del campo. I nerazzurri, in bianco per l’occasione, giocano di sola rimessa e provano a sfruttare le rare amnesie in palleggio degli spagnoli. Una di queste (un retropassaggio frenato dalla pioggia) consente a Icardi di guadagnarsi e trasformare il calcio di rigore del vantaggio, ma quando i nerazzurri devono provare a creare l’azione offensiva da zero le difficoltà sono evidenti. Per vari motivi: la scarsa vena di alcuni interpreti, come l’esordiente Dalbert, e un Betis che sembra avere qualcosa in più anche sul piano della corsa. Non che gli iberici creino occasioni a raffica ed è questo l’aspetto positivo su cui poggiarsi: pur lasciando nettamente il posssesso e l’iniziativa agli avversari, i nerazzurri riescono a proteggere bene la zona davanti a Samir Handanovic, concedendo in pratica due sole palle gol dall’interno dell’area, una per tempo.

Complici i guai derivanti dall’infortunio di maggio, a Icardi viene concesso il palcoscenico per il solo primo tempo, sostituito da Eder, e lo stesso capita a Joao Mario per lasciare posto a Gagliardini. Il canovaccio resta molto simile ai minuti precedenti: la palla ce l’hanno spesso gli andalusi, l’Inter si affida alle iniziative degli avanti e alla capacità di Borja Valero di creare superiorità anche giocando da trequartista, spalle alla porta e spesso di sponda. Con il passare del tempo i ritmi si abbassano, Miranda e compagni provano a controllare la situazione, ma a Spalletti scappa qualche urlaccio per una serie di imprecisioni in uscita di palla, ancora non funzionante a dovere. Più che di tecnica, l’Inter lavora col fisico, avendo chili e centimetri in maggiore abbondanza. Brozovic prende il posto di Borja Valero quando è appena scoccato il quarto d’ora della ripresa. Gli animi si scaldano ben oltre il clima amichevole per un semplice calcio d’angolo e per un fuorigioco chiamato a Sergio Leon che non trova particolarmente d’accordo il diretto interessato. La girandola dei cambi coinvolte Dalbert, Candreva e Perisic, avvicendati con Ansaldi, Gabriel Barbosa e Jovetic. La partita scorre via senza grandi sussulti. C’è del lavoro da fare, ma intanto l’Inter registra un nuovo successo.

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