Juvenuts e Inter non si fanno male: allo Stadium finisce 0-0 / FOTO

I nerazzurri mantengono l'imbattibilità

Duello fra Perisic e De Sciglio (Afp)

Duello fra Perisic e De Sciglio (Afp)

Milano, 9 dicembre 2017 - Il derby d'Italia ha partorito solo uno 0-0, che sta benissimo all' Inter e che sta molto meno bene alla Juventus, un po' perché era l'occasione giusta per confezionare il sorpasso in classifica, un po' perché avrebbe meritato di vincere.

La cronaca parla chiaro e racconta che Szczesny non ha dovuto compiere una parata, diversamente da Handanovic, salvato pure dalla traversa. Ma è anche vero che, probabilmente, l'anno scorso i nerazzurri avrebbero perso e invece hanno tenuto botta, ancorché soffrendo, solidi e determinati soprattutto in difesa, ossuti e quadrati quasi ovunque. In assoluto, hanno giganteggiato le difese: Benatia-Chiellini da una parte, Skriniar-Miranda dall'altra. Per capire quanto sia stata bloccata, quasi sincopata il match dello Stadium, basta pensare che nel primo tempo si sono materializzati appena due tiri in porta, entrambi di matrice bianconera, uno firmato da Mandzukic dopo 9 minuti, l'altro di Khedira al 37', oltre alla traversa centrata da SuperMario a pochi istanti dall'intervallo. Per il resto un onesto, prevedibile tafferugliare a centrocampo, là dove all'aggressività dell' Inter si è contrapposta la lucida organizzazione tattica della Juventus.

Il 4-3-3 studiato da Allegri, senza Buffon, senza Marchisio e senza Dybala, è stato un sistema di gioco solo apparentemente spregiudicato, in realtà Cuadrado inizialmente ha agito molto nella propria trequarti, mentre De Sciglio e Asamoah solo nella ripresa hanno spinto. Il 4-2-3-1 di Spalletti, allo stesso modo, si è rivelato una formula spregiudicata 'per finta', anche se il giropalla è stato apprezzabile, al pari della forza mentale. Brozovic preferito a Gagliardini è stata una scelta senza grandi riscontri. Come era prevedibile, Pjanic e Borja Valero sono stati playmaker controllatissimi e menatissimi, comunque meglio il bosniaco (specialmente nel secondo tempo) dello spagnolo. Alla Juventus è mancata inizialmente un briciolo di profondità, all' Inter il miglior Perisic e il miglior Candreva. Quando dopo la mezz'ora i bianconeri hanno cominciato a dare cadenze meno compassate alla manovra, qualcosa di diverso e meno preventivabile si è notato. Sull'asse Cuadrado-Madzukic sono nate le due occasioni dei campioni d'Italia: cross e tiro, cross e colpo di testa. Per troppo tempo sono rimasti ai margini Higuain e Icardi, poco cercati, poco serviti, incapaci di emerge in mezzo a retroguardie munitissime: nulla di non immaginabile alla vigilia.

Argentini protagonisti mancati, capita. Gli strappi di Cuadrado hanno lasciato il marchio di fabbrica sulla ripresa, il colombiano è stato a tratti imprendibile, tanto che Spalletti ha avvicendato Santon con Dalbert nel tentativo di anestetizzarlo. La gara si è sbilanciata, è diventata di matrice più bianconera, non a caso Khedira e Asamoah tra il 23' e il 26' hanno sfiorato per due volte il vantaggio. La mossa Dybala (per Khedira) ha dato il senso di quanto i campioni d'Italia volessero provare a vincere, malgrado la Joya abbia dimostrato nel quarto d'ora in cui è stato in campo di vivere davvero un momento poco felice. Anche per questo, forse, la Juventus non ha vinto e l'Inter non ha perso.

è arrivato su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro