di Francesca Cozzi

Milano, 19 aprile 2014 - El Shaarawy oggi tornerà a calcare l’erba del campo da calcio, a giocarsi una partita vera, ad aiutare i compagni per strappare i tre punti. L’agonismo, di nuovo, dopo quattro mesi vissuti da spettatore. Certo, sarà un match di Primavera (al Vismara contro il Verona per il recupero della quarta giornata del girone di ritorno) e per ritrovarsi fianco a fianco di Balotelli dovrà aspettare ancora un po’, ma per il Faraone la gara di oggi pomeriggio è il modo per voltare pagina e chiudere un capitolo nero della sua carriera. «Abbiamo definito un programma di recupero per lui, per portarlo in breve tempo a 70’ di partita.

Lo farà con la Primavera, ma correre in maniera sbagliata potrebbe pregiudicarli la Nazionale, anche se il primo pensiero deve essere il Milan», ha annunciato Seedorf nella conferenza stampa della vigilia. Quindi calma, vietato tagliare i tempi, forzare il rientro sarebbe stupido a questo punto del campionato. Questa giornata però sarà fondamentale per la carriera di El Shaarawy. Stephan accantonerà definitivamente le difficoltà di questa stagione disastrosa e dannata. Non dimenticherà le disavventure superate perché lo hanno aiutato a crescere e diventare più forte soprattutto a livello psicologico. Tante le prove superate. Prima l’arrivo di Balotelli nel gennaio 2013, un amico oltre che un compagno, ma che lo spodestato dal piedistallo tanto che da quel momento El Shaarawy ha faticato ad essere incisivo sottoporta. Poi a settembre i primi problemi fisici, con la frattura al metatarso del piede sinistro e il gossip delle malelingue sulla sua vita privata. E quando sembrava che finalmente il numero 92 fosse totalmente recuperato e in grado di tornare a dare il suo contributo ad un Milan in forte difficoltà, proprio contro l'Ajax l'11 dicembre scorso, il riacutizzarsi del problema al piede, la smorfia di dolore e le lacrime agli occhi: al 38esimo l’attaccante ha chiesto la sostituzione ed è ricominciato il calvario. Il 28 dicembre si è sottoposto all’operazione chirurgica eseguita dal professor Niek Van Dijk presso l’Ospedale Santa Maria di Porto, poi i mesi di riabilitazione passati davanti alla tv ad osservare i compagni di squadra nella bufera di un campionato poco soddisfacente.

Oggi aggiungerà un’altra prestazione alle sole sette gare giocate in stagione. Il Faraone è stato l’elemento che più è mancato a questo Milan. Averlo disponibile, forse, avrebbe aiutato la squadra nei momenti bui. Ora però è carico, si metterà in mostra agli occhi di Pippo Inzaghi (che potrebbe essere il prossimo allenatore rossonero) e di conseguenza di Seedorf e Prandelli. Nel Mondiale l’attaccante ci crede, anche se sarà difficile vederlo nelle delegazione che partirà per il Brasile. «Ringrazio il ct per aver concesso una speranza a Stephan. La convocazione per i test a Coverciano lo ha aiutato concedendogli maggior carica emotiva», le parole positive che Clarence ha dedicato a Prandelli. Intanto, però, oggi pomeriggio rivedremo il sorriso di El Shaarawy e già questa è una bella notizia da raccontare.