Milano, 16 maggio 2012 - Deve ancora sciogliere le riserve sulla conferma - che pare scontata - di Andrea Stramaccioni, ma non intende perdere l'occasione di festeggiare il suo 67esimo compleanno. Massimo Moratti, numero uno della società di corso Vittorio Emanuele, è da 17 anni alla guida dell'Inter. Una storia fatta da cocenti delusioni prima, di fragorosi successi poi. Dal rigore di Iuliano su Ronaldo non concesso da Ceccarini, al 5 maggio con le lacrime di Ronaldo. Da calciopoli ai trionfi nazionali e internazionali con quell'impresa chiamata 'Triplete'.

Una storia fatta anche di errori - le cessioni di Roberto Carlos, Seedorf, Pirlo e Cannavaro - ma tutti cancellati dalla passione e dall'amore - e anche del grano, che non guasta mai nel pozzo senza fondo che è il calcio -che il figlio del mitico Angelo mette quotidianamente al servizio della società. Perchè se gli uomini si identificano dai successi, 16 trofei in bacheca in 17 stagioni sono simbolo di grandezza.

 

Questo il messaggio scritto sul sito nerazzurro, a firma di Susanna Wermelinger, giornalista e scrittice oltre che amica personale della famiglia.

"Tantissimi auguri di cuore, Presidente, anche a nome dei milioni di tifosi che nel mondo seguono l'Inter. Un ragazzo in Cina una volta ci ha detto che lui non aveva preferenze, quanto a giocatori, e che se doveva scegliere un uomo fra i suoi campioni nerazzurri, quell'uomo era Massimo Moratti. "Perchè il Presidente è tutti noi", ci ha spiegato con semplicità.

Sono poche parole, ma racchiudono una dedica profonda e la consapevolezza che Massimo Moratti lavora, con passione e entusiasmo, alla guida dell'Inter. Cosa non sempre facile, ma al Presidente le sfide piacciono, non pensa mai che ci sia qualcosa di troppo difficile. Le ha gestite al meglio, sedici trofei in questi diciassette anni di presidenza con la prima squadra e sei con la Primavera, conquistati con lealtà, educazione, intelligenza e un senso dell'umorismo e della misura che aiuta in un mondo difficilmente capace di non prendersi troppo sul serio.

Non è mai stato solo, in questa avventura nerazzurra, anzi è insieme alle persone che gli sono più care, alla sua famiglia, a Milly e ai loro cinque figli, al nipotino Alessandro. Lui ancora ricorda come partecipava alla Grande Inter del padre Angelo, con l'amore di un figlio: la storia si ripete e non solo nelle vittorie.

Una bella, grandissima storia, che vorremmo vivere tutti. Una leggenda vissuta con semplicità, con naturalezza.

Auguri, signor Presidente."