Milano, 4 luglio 2011 - E adesso paolo Maldini cosa fa?
«Sto facendo il papà che è un mestiere serio e difficile. Ma se mi arriva una proposta che è interessante posso tornare a lavorare nel calcio che è stata la mia passione, la mia vita».
 

Qual è il suo giudizio sul Milan di Allegri?
«Il Milan è in assoluto la squadra più completa del calcio italiano, una squadra che dopo tanto è tornata a giocare in modo aggressivo».


Di Allegri cosa dice?
«Ha confermato quanto di buono aveva fatto a Cagliari. Semmai mi ha sorpreso la personalità che ha dimostrato nello scegliere i giocatori e nei rapporti con gli stessi giocatori, con i dirigenti e con la stampa».
 

C’è un uomo simbolo in questo Milan?
«Sì, è Ibrahimovic. E’ lui che ha trasmesso, a livello di mentalità e di gioco, messaggi forti, è lui, con il suo straripante carattere, che ha ridato grande fiducia al Milan».
 

E’ esagerato paragonarlo a Van Basten?
«No, non è esagerato. A livello tecnico si equivalgono, Van Basten era più completo e più goleador, Ibra è più potente e più trascinatore».
 

Per ora il Milan ha acquistato Mexes, Taiwo e El Shaarawy: che rinforzi sono?
«Sono acquisti degni di una società che vuole continuare quell’opera di rafforzamento iniziata nella scorsa stagione. E questo è un segno molto buono».
 

Di chi ha ancora bisogno il Milan?
«Per continuare a primeggiare in Italia di quasi nulla, per farsi largo in Europa deve procurarsi altri giocatori giovani e forti».
 

Hamsik lo prenderebbe?
«Se il Napoli lo dovesse cedere a un prezzo ragionevole lo prenderei di corsa perché Hamsik ha i requisiti che dicevo prima, cioè è giovane e forte».
 

Cassano lo cederebbe?
«Cassano è al bivio, per lui passa l’ultimo treno per dimostrare che può essere decisivo anche a grandissimi livelli».
 

Questo Milan può aprire un ciclo?
«Sì, ma a condizione che continui a investire per ridurre se non annullare le distanze dalle grandi d’Europa».
 

Nei suoi 25 anni di carriera qual è stato, in assoluto, il più bel Milan?
«Difficile scegliere. Quello di Sacchi ha il merito di aver dato il via a una lunga stagione di successi, quello di Capello era il più completo, non aveva punti deboli».
 

Chi considera il miglior tecnico del Milan dell’era maldiniana?
«Le rispondo così: senza Sacchi forse non avrei fatto parte del grande Milan, senza Capello non avrei raggiunto i vertici professionali più alti, senza Ancelotti non avrei giocato fino a quaranta anni».
 

Ci regala un giudizio su Berlusconi?
«Fin dall’inizio della carriera diventai grande amico di suo figlio Pier Silvio e Berlusconi mi diceva che ero un altro figlio. Io gli voglio bene e lo stimo, credo di essere contraccambiato».
 

Cosa pensa di quella esigua minoranza di tifosi che a fine carriera hanno contestato un mito come lei?
«Ho fatto il calciatore tenendo un rapporto corretto con i compagni di squadra, con gli allenatori, con i dirigenti, con i giornalisti, con tutti. Non ho niente da farmi perdonare da certi tifosi con cui non ho mai cercato contatti di convenienza».


Eccoci all’Inter: Gasperini le piace?
«Non è una seconda scelta, visto e considerato come giocava il suo Genoa e come ne parlano i calciatori che sono stato con lui».


Leonardo è un traditore?
«Leonardo è una persona intelligente che ha lasciato il Milan perché non andava d’accordo con il presidente e ha lasciato l’Inter, d’intesa con Moratti, perché gli si è presentata la bella occasione di fare il dirigente, suo mestiere preferito, nel Paris Saint Germain».


L’Inter è in fase calante?
«La verità la sapremo quest’anno».
 

Per non correre rischi, per restare grande cosa dovrebbe fare?
«Si deve prima di tutto rinforzare e poi ringiovanire perché l’età media dei nerazzurri è abbastanza alta».
 

E la Juventus per diventare grande cosa deve fare?
«La Juve in questi anni ha investito molto ma con risultati discutibili. Per fare il salto di qualità prenda come esempio il Milan dello scorso anno che ha comprato Ibra e compagnia bella. In sostanza meglio un giocatore forte che 3 o 4 medi. Con Pirlo, ad esempio, ha fatto un affare logico».


Che dice di Conte con cui ha giocato in Nazionale?
«Antonio ha grande carattere, è intelligente e competente. E chi parla di poca esperienza dimentica gli esempi di Guardiola e Villas Boas. Se gli danno i giocatori giusti Conte può fare molto bene».
 

Ma Ziegler, Lichetsteiner e Pazienza sono i giocatori giusti?
«Attorno ai campioni ci vuole anche un buon contorno».
 

Chi sarà il top player juventino?
«Sanchez andrebbe benissimo ma ad Aguero, ottimo realizzatore, preferirei Tevez che ha grinta, personalità, fisico, insomma è un trascinatore alla Ibrahimovic».
 

Le sue favorite per lo scudetto?
«Milan, Inter e Juve nell’ordine».


All’estero faremo ancora figure barbine?
«Il rischio c’è, considerati i risultati umilianti che abbiamo ingoiato in Champions, in Europa League e con le giovanili azzurre».


Per concludere: ma un posto nel Milan per lei non c’è?
«Il Milan credo di conoscerlo come le mie tasche, se ci saranno le condizioni giuste sarò ben felice di restituire alla squadra del mio cuore, almeno in parte, il tantissimo che ho ricevuto».