Milano, 6 agosto 2012 - Michele Didoni, che fino a oggi pomeriggio è stato l'allenatore di Alex Schwazer, è sconvolto. Si dice scioccato, vorrebbe "scomparire" ma nella sua casa di Milano sta prendendo a pugni i muri. "Mi sono fidato di lui, mi ha preso in giro, pensare che alcuni mesi fa gli ho messo in braccio mia figlia Micol per il battesimo. Deve crescere come persona altrimenti si troverà in difficolta' nella vita". Michele Didoni, nel 1995 a Goetborg campione del mondo della 20 chilometri di marcia, è un fiume in piena e non riesce a trattenere le lacrime. 

"Ha messo tutto in discussione, dalla sua famiglia alla sua fidanzata (Carolina Kostner, ndr), il suo staff. Noi del Gruppo Sportivo Carabinieri siamo sempre molto attenti, non esiste che un carabiniere abbia fatto ciò che ha fatto lui. Mi auguro che il mio Corpo prenda al più presto dei provvedimenti. Noi non abbiamo bisogni di persone simili - ha affermato Didoni all'Agi che lo ha raggiunto a Milano dove vive - la chiamata con lui è stata molto breve. Lui mi ha chiamato e mi ha detto: 'Siediti!' Ho pensato chissà cosa è successo, forse un infortunio. Mi ha comunicato la brutta notizia e gli ho risposto prendersi le tue responsabilità e di crescere come uomo, non solo come atleta. Mi viene rabbia perché ho dedicato tempo a una persona che mi ha preso in giro, e per farlo ho trascurato la mia famiglia. Ho trascorso mesi interi tra Oberstdorf e Celerina o in giro per gli allenamenti. Non è giusto, credo che dirò addio all'atletica - ha concluso Didoni, uno dei più grandi marciatori azzurri del passato a partire dalla categorie giovanili - è la più grande mazzata della mia vita".