Carnago (Varese), 11 febbraio 2014 - Riecco El Shaarawy. Un vistoso tutore al piede sinistro, le stampelle compagne di vita degli ultimi mesi al fianco e uno sguardo un po' malinconico che contrasta con le parole forti e decise. L'attaccante rossonero è in pieno recupero dall'operazione del 28 dicembre scorso al quarto dito del piede (metatarso), vera croce di questa stagione. Non indossa gli scarpini da Livorno-Milan del 7 dicembre (neanche una frazione di gioco intera però). Non segna in campionato da circa un anno dal derby del 24 febbraio 2013, in Europa dalle qualificazioni di Champions contro il Psv. Definirla un annata sfortunata è dire poco...

Come sta?
"Sono stati mesi difficili, sono rimasto fermo per tanto tempo. Ma la cosa importante è che sto recuperando bene, a breve faremo un controllo e se non ci saranno problemi inizierò la riabilitazione".

Che sensazioni ha provato in questi mesi così travagliati?
"Un po' di tutto. Tanta rabbia e tanto dispiacere. Non sono mai stato fermo e lontano dal campo così a lungo. Ora ho solo voglia di stare bene e tornare ad essere protagonista nel Milan perché mi manca moltissimo. Voglio tornare al gol".

Dire che è stata sfortuna è dire poco...
"Avevo superato l'infortunio, stavo bene sono riuscito a recuperare e sono tornato al gol (contro il Psv nel match d'andata di qualifica Champions ndr). Poi un altro ko... e non è stato facile".

Ma cosa è successo effettivamente?
"Eh, tanta sfortuna. Con il piede abbiamo cercato una terapia conservativa. Avevo subito un colpo nella rifinitura precedente alla trasferta europea con l'Ajax, nel 75 per cento delle volte la terapia funziona e si guarisce. Noi invece siamo rientrati in quel 25 per cento, si è infiammato ancora ed è stata necessaria l'operazione".

C'è qualcosa di buono anche nelle difficoltà però...
"Sono cresciuto molto a livello umano e calcistico, soprattutto in questi ultimi due mesi. Sono cambiato, i periodi di difficoltà aiutano a crescere e a maturare ed è quello che sta succedendo a me. Bisogna essere forti e consapevoli delle proprie qualità".

Un anno fa era l'uomo simbolo del Milan, fortemente mediatico e al centro della ribalta. Poi le luci si sono abbassate come l'attenzione dei media. Ha sofferto questa situazione?
"Quando si raggiunge un certo livello si è sempre e comunque sotto i riflettori. Poi mi sono infortunato, tutto qua".

Anche tutti i pettegolezzi riguardo la sua vita privata non l'avranno aiutata.
"Hanno raccontato cose totalmente false che mi hanno fatto molto male. C'è andata di mezzo anche la mia famiglia e sono cose che non accetto".

I problemi però sono iniziati già nel finale della passata stagione...
"Nel girone di ritorno ho avuto un po' di difficoltà, ma solo nella fase realizzativa. Perché in realtà mi sentivo bene e giocavo anche con continuità. Io sono sempre stato tranquillo come le persone che mi stavano vicino".

Si è detto spesso che il suo calo di rendimento è stato conseguente all'arrivo di Balotelli, ma in realtà voi siete molto amici
"Sì mi è stato vicino in questo periodo. Con Mario ho parlato spesso in questo mese. Sono venuto più volte a Milanello nonostante il gesso per tornare a respirare l'aria rossonera e salutare tutti".

Le lacrime di Balotelli hanno fatto scalpore. Lei che lo conosce cosa ne pensa?
"E' una reazione normalissima, umana. Non è una macchina. È un ragazzo di 23 anni con dei sentimenti ed è normale che dopo una settimana particolare per la sua vita possa avere queste reazioni".

Il suo nome è stato spesso accostato al mercato in uscita. Poi il colloquio in sede con Galliani e il rapporto con il Milan è stato consolidato. Si è mai sentito escluso o trascurato dal club?
"Non mi sono mai sentito escluso dal progetto, ho deciso di restare in rossonero perché è quello che voglio e ho sempre voluto".

Intanto però il Milan è cambiato e parecchio...
"Sì è arrivato Seedorf. Avevamo un ottimo rapporto già quando eravamo compagni. Ha grandi qualità anche morali, mi aveva già dato consigli al mio primo anno e sono convinto che farà bene. Per questo ho voluto essere presente al suo arrivo a Milanello".

Allenatori diversi e uomini diversi Seedorf e Allegri...
"Sì. Ho anche rapporti diversi con entrambi. Allegri mi ha lanciato nel calcio che conta dandomi fiducia già alla prima stagione. Mentre Clarence è stato il compagno esperto che mi ha aiutato nell'inserimento. Anche adesso che sono infortunato mi è stato vicino e si informa sempre sul mio recupero".

Non la spaventa che la squadra si sia rinforzata con più di un innesto?
"Nelle grandi squadre c'è sempre tanta concorrenza. Ma io guardo in casa mia. Certo, sono arrivati giocatori di qualità, ma farò di tutto per mettere in difficoltà l'allenatore nelle scelte".

Uno sguardo esterno. Questo Milan continua a fare fatica in campionato.
"Spero che il Milan torni grande, indipendentemente da me. L'anno scorso abbiamo svoltato a gennaio, mentre questa volta i risultati faticavano ad arrivare e così è stato deciso il cambio in panchina scegliendo Seedorf che ha da sempre masticato calcio. Dobbiamo ritrovare il giusto spirito e non mollare mai. Serve concentrazione".

La riusciremo a vedere in Brasile per il Mondiale?
"Non nascondo che penso spesso alla Nazionale. Se tornerò a fare bene con il Milan penso che la chiamata possa arrivare. Se ho sentito Prandelli dopo l'operazione? No, ma da qui a maggio possono succedere tante cose".

Ultima considerazione. Si può dire che è un El Shaarawy "incazzato"?
"No (sorride finalmente ndr). Diciamo che sono voglioso. Ho voglia di rientrare non ne posso più di stare fermo. Voglio riprendermi il Milan".