Milano, 13 settembre 2012 - Abbiamo deciso, confortati dall’accumulo di risultati che non paiono casuali, che l’Inter è un gruppo da trasferta. Dall’Europa League al campionato, fuori da San Siro i beneamati di Stramaccioni hanno finora colto successi che si definirebbero squilllanti se non fossero stati ottenuti contro squadre non trascendentali (Hajduk, Vaslui, Pescara). Per contro, ognivolta che l’Inter s’è esibita chez elle, ha rimediato figure non proprio edificanti (Hajduk e Vaslui nelle garre di ritorno, nell’ordine uno 0-2 da tremarella e un 2-2 tirato per i capelli) o comunque fastidiose (l’1-3 contro la Roma pur tra sprazzi di reazione).

Domenica i nerazzurri saranno ospiti del Torino e lo scafato tifoso nerazzurro avrà annusato l’aria che tira in quest’incomincio di stagione, traendo auspici non funesti per l’imminente ripresa del campionato. Senonché è bene ricordare che il Torino, squadra non di prima fascia, ma nemmeno una compagnia di sventura, non prende gol da 495’, considerato le ultime giornate dello scorso campionato di B e le prime due del presente campionato di A, dove può dunque vantare, insieme alla Lazio, la temporanea imbattibilità della porta. Insomma, per l’Inter di trasferta si annuncia un confronto meno agevole rispetto alle ultime uscite vittoriose.


Vogliamo chiamarlo, questo rendez vous col Torino di Ventura un banco di prova? Chiamiamolo pure così, anche se i veri banchi e le vere prove saranno ben altri, a cominciare dal prossimo impegno casalingo col Siena, domenica 23 settembre: la speranza è che finalmente possa cadere l’imbattibilità dello stadio amico, che si ostina a non essere propizio all’Inter stagionale. Tornando alla partita col Toro, resta attuale il tema di una difesa ancora da assestare, anche se l’altro giorno Silvestre si diceva ottimista («A Torino in cerca di riscatto») considerate anche le potenzialità offensive dell’Inter, a cominciare da Sneijder e Cassano. Proprio Cassano è atteso all’ennesima prova del fuoco, dopo le solite polemiche - esterne . sulle sue presunte prerogative di spaccaspogliatoio.

Chissà, forse a Natale i nerazzurri invece di regalarsi panettoni si scambieranno colpi di coltello a serramanico, ma per il monento Cassano ha trasmesso solo allegria e indotto il gruppo a più di una sonora risata («Antonio - ha detto sempre Silvestre - è uno molto allegro che parla sempre e i suoi scherzi sono all’ordine del giorno») e fino a quando l’estroso barivecchiese non passerà ai gavettoni di calce viva, tutto bene: cuor contento il ciel l’aiuta. Intanto, con il lobo frontale ancora acceso sul mercato, Massimo Moratti sta pensando a Pepito Rossi (pur sempre reduce da una doppia rottura del crociato, ma con una gran voglia di rilanciarsi) come alla sorpresa di gennaio. Un’operazione manco a dirlo complessa, ma che l’Inter potrebbe sfangare versando al Villarreal poco meno di 20 milioni tra costo secco accise e bonus. 
 

di Claudio Negri