Milano, 19 ottobre 2011 - Ha appeso il guantone al chiodo ma la sua passione per il baseball non smette di ardere. Commenta su Sky il campionato Usa, ricopre la carica di presidente dell’Ares Milano e ha iniziato ad allenare i ragazzi. Nicola Fasani, alias Faso, bassista di “Elio e le storie tese” (nella foto), che parole usa per instradare un giovane al “batti e corri”? «È uno sport in cui contano la statistica e i fatti concreti: se sei bravo, giochi. E il fisico non è importante. L’altro giorno al campo c’era un ragazzino grassottello con gli occhiali: sembrava il tipico secchione. Dopo ha impugnato la mazza e mi ha fatto rimangiare tutto».


Quando la folgorazione per il baseball?
«Ho iniziato sul serio a diciannove anni. Fino all’anno scorso ho militato nella mia Ares, ora alleno i giovani da nove a dodici anni, c’è anche mio figlio Matteo».


Un episodio indimenticabile della carriera?
«Nei playoff C2-C1 un dirigente avversario mi prendeva in giro gridandomi “Vai a suonare il basso!”. Poi ho sparato una battuta imprendibile e gli ho risposto per le rime: «Adesso vado a suonare, tu pensa a raccogliere la palla». E quasi quindici anni fa sono stato insieme a Elio a Palm Beach, ci siamo allenati con gli Atlanta Braves, i campioni che commentavamo in televisione: pazzesco».


Meglio musica o baseball?
«La musica è la mia vita, per il baseball nutro una passione fisica».