Milano, 18 gennaio 2011 - «Ragazzini che rimangono bloccati su un tetto e dicono di praticare il parkour? Ma non scherziamo» Demetrio Crea è uno dei fondatori di Milan Monkeis, e di Sd parkur Milano, l’associazione che da tre anni raccoglie un centinaio di appassionati. Laurendo in medicina 25 anni, da 4 si allena, studia e insegna. «Ecco allenarsi, allenarsi - precisa a proposito di quei regazzini che sciommiottavano gli acrobati metropolitani e sono rimasti bloccatio su un tetto in via Sant’Elembardo sabato pomeriggio - il Parker è una disciplina, ci vuole allenamento e studio, sacrificio. Nessuna improvvisazione, altro che saltare da un tetto all’altro».


Insieme a Davide Polli e Nicolas Reagher, ha messo su uno scuola, nella palestra Forza e coraggio di via Gallura, tre ore di lezione alla settimana e la domenica esercitazione in giro. «Per il 70 per cento bisogna impegnarsi a irrobustire il proprio corpo. Poi serve un grande controllo. Non bisogna dimenticare che stiamo parlando non di uno sport ma di una disciplina come certe arti orientali. »


Poi cita le linee guida del Parkour: «Essere forti per essere utili, conoscere il proprio corpo, essere per durare» Che significa? «Significa che mi devo allenare perchè se c’è da scappare per un incendio devo sapere come fare con le mie mani e i miei piedi. Non per nulla il nostro istruttore-fondatore, insegnava ai pompieri». Poi continua sulle peculiarità di questo «sport»: Non abbiamo un’ideologia, nemmeno una musica che ci accompagna. Anzi dobbiamo stare in silenzio per concentrarci, per sentire il nostro corpo e i materiali che tocchiamo. Vogliamo riscoprire la mobilità naturale, come i ragazzini di un tempo che scalavano gli alberi per prendere le mele. Per questo cominciamo col camminare a quattro zampe».


In questo contesto i ragazzini che imitano i funamboli visti su Youtube sono un’altro pianeta. «Già, un altro pianeta. Siamo persone con la testa sulle spalle e vogliamo non rischiare nulla. Il rischio di cadere giù da un balcone non ci appartiene. Quello è un azzardo dilettantesco. E’ moda che va bene per la Tv, per certi giornali scandalistici.»