Opera, i detenuti del carcere mettono in scena il "Figliol prodigo"

Uno spettacolo come forma di riscatto per sottolineare che, nonostante gli errori commessi in vita, è possibile rigenerarsi con se stessi e la società. E ricominciare da capo

Il carcere di Opera

Il carcere di Opera

Opera, 18 ottobre 2016 - E' il "Figliol prodigo" il titolo del musical realizzato dai detenuti di Opera, che in occasione del Giubileo del carcerato sarà messo in scena proprio a Opera, Brescia e Roma e che stamattina è stato presentato a Palazzo Pirelli. Uno spettacolo come forma di riscatto per sottolineare che, nonostante gli errori commessi in vita, è possibile rigenerarsi con se stessi e la società. E ricominciare da capo. Alla conferenza stampa c'erano il presidente del Consiglio regionale Raffaele Cattaneo insieme ai presidenti delle commissioni Carceri e Antimafia, rispettivamente Fabio Fanetti e Gianantonio Girelli, l'assessora alla Culture, identità e autonomie Cristina Cappellini e il direttore del carcere di Opera, Giacinto Siciliano.

L' opera, diretta da Isabella Biffi, in arte Isabeau, rientra in un progetto culturale di rieducazione attivato nove anni fa e che ha già dato ai detenuti l'opportunità calcare il palcoscenico dei più prestigiosi teatri nazionali, dall'Arcimboldi di Milano all'Ariston di Sanremo, e di andare in scena anche a Expo Milano 2015. Questo spettacolo è il sesto prodotto da Isabeau con i detenuti nelle vesti di attori ed è promosso da Regione Lombardia, ministero della Giustizia e Organizzazione giubilare. Alla presentazione erano presenti anche la regista Isabella Biffi e il presidente delle associazioni 'Casa della memoria' e 'Vittime di piazza della Loggia' Manlio Milani. Lo spettacolo, che debutterà mercoledì 26 ottobre nel carcere di Opera e sarà rappresentato il 2 novembre a Brescia, andrà poi in scena anche in altre città.

"Quando abbiamo iniziato - ha raccontato il direttore del carcere di Opera - l'abbiamo fatto per gioco. Questo gioco poi è diventato grande ed è diventato una cosa seria. Lo spettacolo parla del perdono e della voglia di ricominciare e ce lo dicono non attori professionisti ma persone che avevano scelto la guerra ma che oggi dopo essersi resi conto di avere sbagliato guardano a un percorso di vita diverso. E' una grande, straordinaria testimonianza e al tempo stesso un importante messaggio culturale".

"Questo spettacolo - ha detto Cattaneo - ha un valore emblematico forte. E' un esempio di come si può lavorare seriamente per il recupero dei detenuti e per ridare al carcere i compiti previsti dalla nostra la Costituzione, un luogo dove non si butta via la chiave della cella ma si salvaguarda la dignità dei detenuti e al tempo stesso si lavora per iniziare un percorso alla fine del quale si aprono le porte per il reinserimento nella società". Secondo il presidente della commissione Carceri Fabio Fanetti, lo stesso titolo del musical rappresenta un messaggio molto importante: "Ci lega un po' al valore della parabola del Vangelo ed è rivolto sia alla società che al reo: aiutare il ritorno di chi si è allontano e comprendere che prendere strade sbagliate nella vita oltre che alla società fanno male a se stessi". Anche il presidente della commissione Antimafia Girelli ha sottolineato il "messaggio innovativo e di grande riflessione" che lancia lo spettacolo dei detenuti di Opera.

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