Milano, 18 giugno 2014 – Prosegue inarrestabile l’avanzata “Roccia Music”. Il collettivo guidato da Marracash e Shablo continua la marcia alla conquista della scena rap e semina con astuzia le sue bandierine. In virtù di una calda estate mai mossa fu tanto azzeccata come quella di schierare la più fresca delle leve arruolate in autunno: classe 1989, nome di battaglia Fred De Palma, è da poco uscito con il suo primo albumLettera al successo”. Dalle atmosfere trasognate di “Non ero io” a quelle piccanti di “Rodeo” le diciassette tracce fanno da preludio ad un’ascesa che, già dai primi ascolti, si profila incontenibile. La dicotomia delle tematiche unita all’originalità dei suoni fanno del disco una colonna sonora che non lascia spazio alla noia ma che rimbalza di continuo dalle rime più spinte e dirette a quelle più soft ed introspettive, come in un vortice.  Abbiamo chiesto al rapper torinese - che oggi (18 giugno) farà tappa a Milano per incontrare i fan da Ricordi - di condurci fra le righe della sua personale “Lettera al Successo”.

Cominciamo dalla “Genesi”. “FDP sulla bocca delle persone ma nessuno sa chi sono davvero, ho questo sentore…”. Che risposta ti sei dato?
“Ho scritto questa rima per far capire come spesso il pubblico etichetti un’artista senza approfondire più di tanto quello che c’è dietro. Senza conoscere. A volte senza nemmeno ascoltare tutto il disco o addirittura senza arrivare alla fine di un pezzo. Da lì vieni subito classificato come troppo ‘autocelebrativo’ o troppo ‘introspettivo’. In realtà la mia musica ha più di un risvolto”.

Il titolo del disco è “Lettera al successo”. Una sorta di dichiarazione d’intenti visto che questo è il tuo primo album…
“In realtà il titolo nasce dall’omonimo pezzo che ho scritto in un momento di particolare incertezza. In quel periodo mi sentivo insicuro e mi domandavo se con la musica ce l’avrei davvero fatta, ancora prima di incontrare Marracash. La città da cui provengo è particolarmente chiusa e sotto il profilo artistico è piuttosto statica.  Se ci pensi i torinesi che hanno avuto fortuna col rap siamo solo io, Ensi e Shade”.

Infatti da un anno sei nel roster di “Roccia Music”. Com’è nato il sodalizio con Marracash e Shablo?
“In maniera del tutto spontanea. Ho avuto l’occasione di conoscere Marra a Spit, il programma cui ho partecipato su Mtv, e di fargli ascoltare alcuni dei miei pezzi anche perché lui sapeva di me solo sotto l’aspetto del freestyle. Sono sempre stato un suo fan e quando mi ha proposto di far parte del gruppo ho accettato con grandissimo entusiasmo”.

Dallo stesso Marracash fino a Guè Pequeno, passando da Luchè, Lauro e ai tuoi conterranei Ensi e Shade. Il disco è infarcito di collaborazioni prestigiose. Quale di queste pensi sia la meglio riuscita?
“Il mio pezzo preferito è quello con Marra. In “Muovi il Mondo” sono riuscito ad esprimermi appieno, a mostrare il lato più autentico della mia personalità. Questo brano è senza dubbio quello che più mi rappresenta ed è per questo motivo che ho voluto ci fosse anche Marra”.

In tracce come “Notti da cafoni” e “Rodeo” regna sovrano il tema, per così dire, della spensieratezza e della mondanità. Alcuni pensano che il video con Guè Pequeno e Rocco Siffredi sia addirittura un po’ troppo “spinto”. Che ne pensi?
“Un disco rappresenta in toto la vita di un artista e di questa fanno parte anche gli aspetti più frivoli. E’ una cosa innegabile. Se il pezzo non fosse stato ‘spinto’ non avrei certo voluto Rocco Siffredi nel video! L’intento era quello di ricreare quelle atmosfere americane trasgressive. Solo in Italia le persone si lamentano nel vedere delle belle donne seminude. Dopotutto anche questi aspetti rappresentano un frangente della vita…”.

“Sparirò” e “Lettera al successo” sono brani decisamente più introspettivi. “Alla gente non gliene frega niente di quello che c’è dietro, ti chiede solo come hai fatto ad arrivare fino a lì, ma l’arrivo non esiste, è solo l’inizio di un nuovo traguardo…”. Cosa intendi?
“Significa che fin quando non sei sulla bocca di tutti le persone non ti considerano.  Non vali niente. Al massimo si domandano chi ti abbia dato la ‘spinta giusta’ senza sapere quanto lavoro c’è dietro.  ‘Lettera al Successo’ è davvero ‘l‘inizio di un nuovo traguardo’ anche perché sono uno che scrive tantissimo e lo faccio di getto. A stare fermo proprio non ce la faccio. Posso dirti che ho già scritto e registrato alcuni pezzi del prossimo disco. In genere quando mi balena un’idea in testa devo subito metterla nero su bianco. Per ognuno dei brani contenuti nel disco non ci ho messo mai più di un’ora e mezza per scriverne il testo”.

Imbevuto di consapevolezza, “Conto i passi” è tra i brani più densi dell’album. In questo pezzo tra l’altro c’è anche Luchè con cui stai girando l’Italia per promuovere il disco. Cosa pensi del suo ultimo lavoro?
“L’ho ascoltato a fondo: è un vero capolavoro. Ero fan anche di L1 ma L2 mi ha davvero sorpreso”.

In “Para all night” analizzi il problema “dell’ansia da prestazione” per un artista, ammettendo senza ipocrisie di esserne vittima (“…mi chiedo come facciano tipo il Coldplay, o quei gruppi lì i grandi del main, io vado in sbattimento già se mando tre mail…”)…
“E’ così. Sono una persona piuttosto sbadata e mi capita di pensare a come facciano certi big a sopportare il peso di fama e successo. Il testo è autobiografico al cento per cento come il resto del disco. E proprio per riuscire ad arrivare a più persone possibile ho scelto di regalare in free download la prima parte dell’album. Per agevolare le persone all’ascolto dei miei testi e allargare così il mio bacino d’utenza”.

Cresciuto fra le battle di freestyle (a cominciare da quelle di Spit) hai già un’ottima confidenza con le rime affilate del punchline. Questo tuo background ti ha agevolato nella realizzazione di “Lettera la Successo”?
“Moltissimo. Ho allenato la mia testa a trasformare il ‘freestyle da battaglia’ in ‘freestyle da canzone’. L’unica pecca per noi freestyler è la difficoltà di riuscire a scrollarci di dosso quell’idea secondo cui siamo in grado di affidarci esclusivamente all’improvvisazione. C’è molto scetticismo al riguardo: spesso si crede che chi è forte nelle battle difficilmente lo sarà altrettanto nella scrittura ma posso assicurare che non è così”.

Oggi (18 giugno) sarai alla Ricordi di piazza Duomo e da quando sei entrato in casa Roccia Music si può dire che Milano sia un po’ il tuo quartier generale. Che rapporto hai con questa città?
“Mi trovo benissimo! Milano è una città energica e iperattiva, il posto giusto per un artista”.

Puoi svelarci il significato del termine “Brasa”?
“A Torino diciamo ‘brasato’ per intendere ‘bruciato’. Quando ho iniziato a rappare tutti dicevano ‘Zio’ o ‘Fra’ mentre io volevo qualcosa che mi contraddistinguesse ed ho scelto la parola ‘Brasa’. Oggi i miei fan sono i ‘Brasa’”.

Fred De Palma sarà oggi (18 giugno) alla Ricordi di piazza Duomo a Milano dove, a partire dalle 17,  presenterà il suo album “Lettera al Successo” e incontrerà i fan. Insieme a lui anche il rapper Luchè per la firmacopie del suo nuovo disco “L2”. Domani (19 giugno) i due artisti faranno invece tappa a Roma, alla Feltrinelli di viale Libia.

di Francesca Nera
francesca.nera@ilgiorno.net